Numeri alla mano, sono pochi i ragazzi che dopo il diploma scelgono di proseguire il proprio percorso di studi iscrivendosi all’università. Al punto che la Penisola figura negli ultimi posti della classifica europea. Questo può dipendere da diversi fattori, inclusi quelli economici: l’iscrizione all’università rappresenta infatti un costo importante, che non tutte le famiglie possono permettersi, soprattutto se si includono anche le spese classiche per studiare fuori sede.
Se si considera il numero di laureati in Italia tra i 30 e i 34 anni, la situazione è particolarmente buia. Guardando la classifica europea, infatti, la Penisola figura in penultima posizione, con un tasso del 27,6%, sopra la Romania (l’unico paese che ha fatto peggio di noi). Con una fascia d’età più estesa, tra i 25 e i 64 anni, la situazione peggiora e la percentuale scende al 20,1%. Considerando che l’UE in primis richiede un tasso intorno al 40%, si capisce la gravità della situazione. Le cause comunque non sono difficili da investigare, soprattutto se si fa riferimento alla crisi economica e al costo elevato delle università.
Bisogna inoltre tenere a mente anche le spese che devono essere affrontate quando si vive da fuori sede: dunque si parla del costo mensile dell’affitto, della spesa alimentare e così via. Certo, ci sono delle apposite borse di studio per gli studenti che si sono distinti, ma nella maggior parte dei casi non bastano per coprire l’intero ammontare delle sopracitate spese.
Quali sono i motivi che hanno ridotto in modo così drastico la percentuale di laureati in Italia? Come detto, la crisi economica e le difficoltà finanziarie delle famiglie hanno avuto un peso rilevante. L’iscrizione all’università costa e non tutti possono affrontarla. Va però detto che esistono delle possibili soluzioni al problema, ed è importante studiarle, visto che i genitori hanno il compito di assicurare ai figli l’opportunità di studiare e di formarsi. Poiché si tratta di un investimento oneroso, soprattutto se si scelgono le università private, un’idea può essere leggere come funziona un prestito personale per capire se è la scelta che fa al caso proprio, e se rateizzare mensilmente l’importo può effettivamente aiutare.
Se invece si cerca di quantificare le spese, ci sono alcuni parametri che possono alzare o abbassare la cifra finale. In linea generale, mantenere un figlio iscritto all’università costa all’incirca 1.000 euro al mese, se si considerano anche spese come il vitto e l’alloggio lontani da casa. Questo costo varia ovviamente a seconda del tipo di università scelta: un ente pubblico avrà dei costi inferiori rispetto ad un ateneo privato, ad esempio. Anche la città in cui si trova l’università fa la differenza, dato che metropoli come Milano costano di più.