L‘Indagine su “Gli italiani e la generosità in tempi di Coronavirus” condotta da Walden Lab per Comitato Testamento Solidale mette in luce come l’altruismo sia nel Dna degli italiani.
Oggi, a due anni dalla pandemia del secolo, il tema dell’altruismo è tornato prepotentemente attuale: il virus ci ha messi dinanzi all’evidenza che ci si salva solo insieme. Le azioni del singolo hanno una ricaduta collettiva importante.
Ma gli italiani possono considerarsi altruisti? A dispetto delle polemiche, i dati sembrano proprio dirci di sì. Come mai nessun’altra emergenza prima, la pandemia da Covid-19 ha segnato gli ultimi due anni in maniera indelebile anche nel campo delle donazioni. Nel mondo le donazioni filantropiche per l’emergenza Covid-19 mappate da candid.org (a cui vanno aggiunte le donazioni individuali piccole e/o anonime) ammontano a 20,6 miliardi di dollari. In Italia 785,55 milioni di euro sono stati donati in denaro, beni o servizi; 130 milioni di euro sono le erogazioni e raccolte da parte di Fondazioni bancarie (fonte Acri, periodo marzo/agosto 2020); 25 milioni di euro sono stati raccolti attraverso il crowdfunding.
Ma non si tratta solo di pandemia: già nel 2019, le donazioni in Italia avevano ripreso ad aumentare. Secondo i dati forniti alla testata Vita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze relativamente alle erogazioni liberali portate in deduzione e detrazioni dagli italiani in dichiarazione dei redditi, dopo la battuta d’arresto (-0,87%) riscontrata nelle dichiarazioni dei redditi 2018 (anno fiscale 2017), nel 2019 il giving era tornato a crescere (+3,9%) fino al valore complessivo di 5,528 miliardi di euro.
Secondo i dati di Comitato testamento Solidale, 7 italiani su 10 hanno donato almeno una volta nel corso della propria vita e, negli ultimi due anni (2020-2021), 3 su 10 hanno supportato iniziative di contrasto all’emergenza sanitaria (erano 2 su 10 nel 2020). E nel 2021, il 13% degli italiani ha scelto una onlus per sostenere la lotta all’emergenza Covid-19, più del doppio rispetto al 2020 (6%). In generale, il non profit si conferma di gran lunga l’attore su cui gli italiani ripongono maggior fiducia per uscire dalla crisi post-pandemica e contribuire a creare una società migliore. Per il 63% del campione le ONP hanno dato un contributo positivo. Seguono PMI (45%), cittadini italiani in generale (43%), Amministrazioni locali (41%) ed Europa (41%). Più indietro Governo nazionale, grandi imprese e banche.