Il pane all’acqua di mare può sembrare una novità, ma in realtà se ne parlava già nel 2017 su “Gambero Rosso”, la piattaforma di Wine Travel Food italiani. Progetto innovativo da esportare come brand nazionale, nato dalla collaborazione dei panificatori associati all’Unipan con Termomar e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, e presentato a San Sebastiano al Vesuvio in provincia di Napoli, era il “pane vesuviano”, prodotto volto a far risparmiare anche l’acqua potabile, sostituendo, inoltre, il sale comune.
L’acqua di mare viene naturalmente depurata microbiologicamente grazie all’azienda italiana Steralmar, attraverso diversi processi come decantazione, filtrazione, depurazione, e sterilizzazione con raggi Uv,
mantenendo intatti sali minerali quali magnesio, calcio, potassio, fluoro, e iodio. E il pane è in vendita in alcuni supermercati della provincia di Napoli, dal momento che persino lo stesso Ministero della Salute raccomanda di non superare la soglia del 1,3 per cento di sodio nel pane.
«Gli studi compiuti attestano le qualità del pane prodotto con l’acqua di mare, che è naturalmente ricco di elementi essenziali per la salute, oltre a essere un ottimo antiossidante. Il suo consumo è indicato per chi deve seguire una dieta povera di sodio e consente di arricchire la dieta di componenti fondamentali», spiega Maria Grazia Volpe, ricercatore dell’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del Cnr di Avellino, che ha collaborato alla realizzazione del prodotto. E la Steralmar ha confezionato in bottiglie la “riserva di mare”, acqua da utilizzare in cucina per bollire gli alimenti, fare il brodo, lavare le verdure e la frutta, preparare l’impasto della pizza, e per numerosi altri utilizzi.