• 23 Dicembre 2024
  • ARTE

La storia del polittico Griffoni diventa virale grazie a Luis Sal

Oltre 100mila visualizzazioni sui diversi social (YouTube, Instagram, Facebook) in meno di 24 ore: è l’effetto Luis Sal, grazie al video da lui realizzato dedicato alla storia del Polittico Griffoni, la pala d’altare realizzata dai ferraresi Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti per la Basilica di San Petronio di Bologna nel 1470, smembrata poi nel corso del Settecento ed oggi ricomposta a Bologna, in occasione della mostra “La riscoperta di un capolavoro”, che aprirà il prossimo 12 marzo a Palazzo Fava – Palazzo delle esposizioni del circuito museale Genus Bononiae. Musei nella città.

La collaborazione tra Genus Bononiae e lo youtuber bolognese famoso in tutta Italia (oltre 1 milione di follower su Instagram) nasce dal desiderio di avvicinare anche il pubblico più giovane a questa mostra e alla storia che racconta, definita da Lonely Planet una “spy story degna di un romanzo di Dan Brown”.

Ed appassionante è la vicenda di questo capolavoro ritrovato: frutto della prima collaborazione tra Del Cossa e De’ Roberti, straordinario sodalizio artistico del secondo Quattrocento italiano, la pala commissionata dal mercante bolognese Floriano Griffoni per la cappella di famiglia in San Petronio venne nel 1725 smembrata per ordine di Monsignor Pompeo Aldrovandi, con le singole parti destinate ad abbellire le dimore di campagna della famiglia.

polittico Griffoni
Francesco del Cossa (1472-73 circa), National Gallery Art of Washington, dettaglio Polittico Griffoni (Twitter)

Nel corso dell’Ottocento i dipinti entrarono nel giro del collezionismo mercato antiquario e del collezionismo giungendo infine a 9 musei, oltre la metà dei quali fuori dai confini nazionali, che oggi custodiscono le opere. La memoria del Polittico rimase però salda nel corso dei secoli: fu Roberto Longhi nel 1934 ad immaginarne, nella sua Officina Ferrarese, l’impianto monumentale, vicino per struttura ai grandi polittici Quattrocenteschi. Il ritrovamento, negli anni Ottanta, di uno schizzo del Polittico allegato ad una corrispondenza con Monsignor Pompeo Aldrovandi, fornì la prova documentaria dell’esattezza sostanziale dell’ipotesi di Longhi.

Diventa dunque oggi realtà la poderosa impresa di riunire il Polittico, resa possibile grazie all’impegno di Genus Bononiae e del suo Presidente Fabio Roversi-Monaco e dagli straordinari prestiti concessi dai 9 Musei oggi possessori delle singole opere: National Gallery di Londra, Pinacoteca di Brera di Milano, Louvre di Parigi, National Gallery of Art di Washington, Collezione Cagnola di Gazzada (Va), Musei Vaticani, Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Museum Boijmans Van Beuningen  di Rotterdam, Collezione Vittorio Cini di Venezia.

L’evento si costituisce di due iniziative: il Piano Nobile di Palazzo Fava ospiterà “Il Polittico Griffoni rinasce a Bologna”, a cura di Mauro Natale e Cecilia Cavalca: i visitatori potranno ammirare le singole parti del Polittico, provenienti dai 9 Musei prestatori. Accanto ad esse in mostra la ricostruzione – una vera e propria ri-materializzazione – del Polittico Griffoni operata da Adam Lowe, fondatore di Factum Foundation, che dai primi anni Duemila si dedica alla registrazione e scansione delle opere d’arte del passato grazie a sofisticate tecnologie in 3D, e alla produzione di loro copie esatte.

L’esposizione al secondo piano, “La Materialità dell’Aura. Nuove Tecnologie per la Tutela” a cura di Adam Lowe, Guendalina Damone e il team di Factum Foundation e progettata da Charlotte Skene Catling, offrirà al pubblico una panoramica delle tecnologie più avanzate per la tutela e la condivisione del patrimonio culturale, a partire dalla ri-materializzazione del Polittico Griffoni fino alla ricostruzione di opere e documenti andati perduti.

“Questa mostra è un evento di straordinario fascino dal punto di vista storico, artistico e culturale: un omaggio unico a Bologna e ai bolognesi, che potranno rivedere ‘a casa’ un’opera nata in San Petronio oltre 500 anni fa. Ma è anche una grande occasione per tutti per riscoprire uno dei massimi capolavori del Rinascimento italiano. La gioia di rivedere l’opera ricomposta ci ripaga di un lavoro durato oltre due anni. Una scommessa vinta, con orgoglio, insieme ai curatori” dice Fabio Roversi-Monaco, Presidente Genus Bononiae. Musei nella città.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 28 giugno 2020.

Tags

Articoli correlati