• 2 Novembre 2024
  • SCUOLA

La scuola ed i suoi attuali imprevisti

Questi sono i giorni della preparazione all’apertura dell’anno scolastico in generale e per alcune regioni sono già i giorni della sperimentazione di avvio traumatico dell’ attività didattica. Prova e traccia di tutta questa situazione si trova anche nei telegiornali sia della Rai che delle emittenti private.

Certo, c’è un motivo: la scuola rappresenta un lavoro molto importante per lo sviluppo di uno stato e proprio perché è molto importante non solo meriterebbe l’attenzione dell’opinione pubblica, ma anche dovrebbe registrare la collaborazione di tutti i partiti nelle varie sedi istituzionali per la ricerca della soluzione migliore per garantire un servizio idoneo alla formazione della futura classe operativa del Paese.

Credo pertanto che siano da condannare senza se e senza ma i politici che per far propaganda di bottega strumentalizzano le difficoltà innegabili in cui oggi si trova il settore dell’istruzione, senza fare concrete proposte alternative.

Un invito per gli studenti a pensare in positivo

Mi sembra importante, nonostante tutti i problemi, però ribadire un concetto: l’avvio di un anno scolastico è sempre un evento positivo per tutti gli studenti a partire dai più piccoli, quelli delle primarie per arrivare ai giovani, quelli dell’università. La scuola infatti con la sua attività permette quella formazione che è garanzia per la crescita e lo sviluppo non solo di una persona ma anche di un popolo.

Che riparta l’attività didattica è dunque un evento positivo da cogliere con vera soddisfazione. Il fatto poi che si voglia riprendere con lezioni in presenza, e quindi in classe, contribuisce a rafforzare questa soddisfazione. Purtroppo da un punto di vista oggettivo non è pensabile, allo stato attuale delle questioni sanitarie, una ripresa didattica a rischio zero, perché nella condizione odierna a rischio zero non esiste nessuna attività.

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Elementi di criticità

Sono ancora molti gli elementi di criticità, che, dipendendo molte volte dalla responsabilità decisionale dei governanti, rendono difficile la partenza dell’anno scolastico. Innanzi tutto le nomine degli insegnanti vanno vergognosamente a rilento e sono ad oggi ancora decine di migliaia le cattedre scoperte. Non sono stati compiuti in modo tempestivo alcuni passaggi burocratici relativi alle chiamate dei docenti e del personale amministrativo e con tutta probabilità il 14 settembre sarà un avvio formale ma non sostanziale delle lezioni. Avvio, tra l’altro, che subirà subito un’interruzione a causa delle consultazioni elettorali che si terranno in tutta Italia il 20 e il 21 settembre. Per inciso va detto che anche questa coincidenza con un po’ di buon senso poteva essere evitata.

In secondo luogo troppa lentezza si deve anche registrare per quanto riguarda la definizione delle misure di sicurezza. Al di là delle ridicole procedure per l’acquisto dei banchi scolastici e delle relative sedie, che non saranno consegnati se non in minima parte entro la data di inizio dell’anno scolastico, mi sembra che troppa incertezza e qualche contraddizione ci sia stata nel fornire le indicazioni sulle procedure da seguire per quanto riguarda l’uso delle mascherine e per quanto riguarda la verifica della temperatura corporea degli alunni da compiere da parte delle famiglie.Credo infatti che per quanto riguarda questa seconda operazione sia cosa poco opportuna lasciarla ai genitori, che non sempre potrebbero essere in grado di procedere a questo adempimento.

Vi è poi un terzo punto, che a mio avviso è stato sottovalutato. Si tratta del trasporto degli alunni. Richiamo a questo proposito un dato che si ricava dalla consuetudine: generalmente gli autobus destinati al trasporto alunni, in particolare quelli delle superiori, spesso caricano un numero di giovani di gran lunga superiore a quello consentito per garantire le distanze di sicurezza. Molte volte nel passato abbiamo assistito alla scena del conducente, che, alle fermate, abbandonava la guida per scendere a spingere all’interno del bus i giovani in modo da poter chiudere le porte. Ora come potrà essere garantito il servizio di trasporto alunni se non saranno aumentati gli automezzi ed il relativo personale? In più aggiungo che il problema non si risolve con una semplice articolazione dell’orario di entrata ed uscita dai singoli istituti scolastici.

I responsabili

È arrivato a questo punto il momento di fare qualche cenno sulle responsabilità. Certamente, esaminando la situazione, partendo dagli enti locali, perché il loro agire è stato responsabile in termini positivi. I comuni, le città metropolitane e le province, pur coinvolti assai tardi nell’organizzazione del nuovo anno scolastico, non hanno perso tempo e, fidandosi come si suole dire sulla parola del governo e sulle sue promesse di speciali contributi, hanno realizzato tutte quelle opere per la messa in sicurezza dei locali ad uso didattico oppure hanno operato alla ricerca di ulteriori locali da adibire a scuola.

Nella sostanza da parte di questi soggetti è stato svolto un ottimo e responsabile lavoro positivo. Per gli inconvenienti sopra rilevati la responsabilità è del governo. Non ho detto soltanto della ministra dell’Istruzione. Il ritardo è del governo, quindi di carattere collegiale, presidente del consiglio compreso. Abbiamo tutti notato come il capo dell’esecutivo sia praticamente scomparso in queste ultime calde settimane. Probabilmente ha pensato di scomparire dagli schermi televisivi per lasciare agli altri le responsabilità. Così non è: gli italiani sanno che il presidente del consiglio, per dettame costituzionale, risponde del raggiungimento degli obiettivi principali del governo e certamente la scuola è obiettivo primario dell’azione governativa. Il primo e più importante responsabile dunque è proprio lui.

Prof. Franco Peretti

Franco Peretti

Professore ed esperto di diritto europeo

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