PORTICI (NA). La residenza estiva della famiglia reale borbonica e della corte era la Reggia di Portici, situata ai piedi del Vesuvio, e arricchita da un bosco superiore, dedicato alla caccia, e uno a valle ornamentale, che raggiunge il mare dalla reggia attraverso il porto del Granatello. Costruita nel 1738 per volere del re di Napoli, Carlo di Borbone, e della moglie, Amalia di Sassonia, affascinata dai paesaggi del Sud, per i lavori ospitò ingegneri, architetti e decoratori, da Giovanni Antonio Medrano ad Antonio Canevari, da Luigi Vanvitelli a Ferdinando Fuga, oltre a decoratori e a chi si occupò del parco.
Durante la costruzione riemersero reperti delle città sepolte di Ercolano e Pompei, che furono sistemati nelle stanze della reggia, dando vita all’Herculanense Museum, inaugurato nel 1758, per finire poi a Napoli all’interno del Museo Archeologico Nazionale. Inoltre, nei primi anni dell’Ottocento, il sovrano Gioacchino Murat fece arredare con nuovo mobilio di gusto francese la dimora – in quanto la corte reale era fuggita a Palermo con molti reperti a causa della rivoluzione napoletana-, che nel 1839 venne collegata a Napoli dalla prima linea ferroviaria europea. In seguito, con la nascita dello Stato unitario, il Palazzo di Portici e il parco reale furono assegnati dal Demanio alla Provincia di Napoli per la Reale Scuola Superiore di Agricoltura (Facoltà di Agraria della Università di Napoli Federico II dal 1935), istituita nel 1872, e contestualmente fu fondato un Orto Botanico nel giardino soprano della reggia.
Nel Sito Reale di Portici, centro museale, si possono quindi trovare memorie d’arte, storico scientifiche, e paesaggistiche, mentre l’affascinante parco, a monte e a valle della reggia, rende omaggio alla flora mediterranea, e a vivai di specie pregiate di grande interesse per gli studiosi. Il cortile del palazzo presenta su un lato sinistro la caserma delle Guardie Reali e la cappella Palatina, e su un altro uno scalone imponente che porta dal vestibolo al primo piano, dove si trova l’appartamento di Carolina Bonaparte. Infine, il bosco è costituito da grandi viali con giardini all’inglese in cui sono situati la Fontana delle sirene, il Chiosco di re Carlo, la Fontana dei cigni, e un anfiteatro. Ai tempi di Ferdinando IV qui si trovavano anche animali esotici giunti dall’estero.
Simona Cocola