TARANTO. “Per l’Europa questa fabbrica uccide”. Sono le parole pronunciate da Raffaele Cataldi, del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto, ieri 28 ottobre, in vista della manifestazione odierna indetta dall’Unione Sindacale di Base (Usb). Partecipando all’assemblea operaia di Taranto, Cataldi ha detto: “Dobbiamo capire che non perdiamo il lavoro se tutti siamo uniti: la chiusura dell’ex Ilva per noi significa ripartire”. Il Comitato chiede dunque la riconversione economica, sociale, e culturale dell’intero territorio, che garantirebbe un’opportunità concreta anche per i settantamila disoccupati, e uno sviluppo diverso.
Lo sciopero nazionale indetto dall’Usb riguarda i lavoratori delle aziende private, che si asterranno dal lavoro otto ore per ogni turno, mentre il pubblico impiego sciopererà per l’intera giornata. Intanto la manifestazione nazionale di Taranto è partita alle ore 9.30 dall’Arsenale “per chiedere la chiusura degli impianti inquinanti, una vera politica industriale a gestione pubblica, la difesa dell’ambiente e della salute dei lavoratori e dei cittadini”, ricorda l’Unione.
Riguardo la vicenda ArcelorMittal l’onorevole Daniela Santanchè, ospite all’interno del programma televisivo “L’aria che tira”, in onda su La7, ha dichiarato: “Gli imprenditori devono essere pagati senza se e senza ma, e su questo sono fiduciosa. Il contratto di Mittal e del governo è un’altra questione: non si può continuare a mettere pezze, e bisogna avere una visione di politica industriale. Questo governo ha fatto un errore madornale con lo scudo penale a Mittal, scudo che sta tornando al tavolo delle trattative con un altro nome”.
La notte scorsa l’Usb ha fatto un blitz dimostrativo nella sede monzese di ArcelorMittal con bandiere e striscioni posizionati sui cancelli della multinazionale, per sostenere la vertenza Taranto. L’iniziativa, che rappresenta la posizione dell’Usb in merito, vuole ricordare, come si legge in una nota sindacale, la situazione pugliese “che vede coinvolti i lavoratori che rischiano il posto e, più generalmente i cittadini la cui salute è stata gravemente compromessa dalla gestione dell’acciaieria, condotta nell’assoluto disinteresse anche per l’ambiente, con risultati drammatici”.
Simona Cocola