Cinque deputati del Carroccio hanno presentato alla Camera una proposta di legge che prevede un bonus fino a 20 mila euro per chi si sposa in chiesa. Irritazione del Governo e nella serata di ieri arriva la rettifica: "Varrà per tutti i matrimoni".
Come è noto il settore del wedding, e più in generale il numero dei matrimoni, dal 2020 ad oggi è in forte calo. Motivo per il quale alcuni deputati della Lega hanno depositato alla Camera una proposta di legge il cui intento principale sarebbe quello di rilanciare il settore.
A presentarla sono stati i deputati del Carroccio Domenico Furgiuele, Simone Billi, Ingrid Bisa, Alberto Gusmeroli ed Erik Prett. Nel dettaglio si tratterebbe di un bonus matrimonio che consentirebbe di detrarre il 20% delle spese connesse alla celebrazione matrimonio per un massimo di 20mila euro. In questa maniera si potrebbe risparmiare su ornamenti in Chiesa, passatoia e libretti, abiti per gli sposi, ristorazione, bomboniere, servizio di coiffeur e make-up, servizio del wedding reporter.
Ma i potenziali beneficiari non sarebbero tutti gli sposini, bensì solo le giovani coppie under 35 con Isee riferito al reddito dichiarato al 31 dicembre 2022 non superiore a 23.000 euro e non superiore a 11.500 euro a persona. Le spese detraibili connesse alla celebrazione del matrimonio religioso sono stabilite nella cifra massima di 20.000 euro e sono ripartite tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo. Le spese devono essere state sostenute nel territorio dello Stato italiano e, infine, i beneficiari del bonus devono essere in possesso della cittadinanza italiana da almeno dieci anni.
In un primo momento nella proposta di legge i deputati leghisti avevano specificato che i destinatari del bonus sarebbero stati solo ed esclusivamente le coppie che avrebbero celebrato il proprio matrimonio in chiesa. Ma la notizia ha sollevato un fiume di polemiche, soprattutto tra molti esponenti dell’opposizione che hanno ricordato come lo Stato sia laico e un bonus di questo genere non possa essere precluso ad altre tipologie di matrimoni.
Irritazione anche da Palazzo Chigi: nella serata di ieri alcune fonti interne hanno precisato che la proposta è una iniziativa parlamentare e non è allo studio del governo. E dopo il polverone mediatico sollevato il deputato leghista Domenico Furgiuele ha corretto il tiro specificando che la proposta varrà per tutti i matrimoni.
Nel 2021 i dati indicano, rispetto all’anno precedente, un raddoppio dei matrimoni, ma la ripresa non è sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno prima. Le nozze con rito religioso sono in calo (-67,9%) così come i primi matrimoni (-52,3%). Nel 2021 i dati indicano, rispetto all’anno precedente, un raddoppio dei matrimoni, ma la ripresa non è sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno prima.
Mentre nel 2020 sono stati celebrati 96.841 matrimoni, 87 mila in meno rispetto al 2019 pari al -47,4%. In forte calo a causa del Covid anche le unioni civili, le separazioni e i divorzi: le prime, tra partner dello stesso sesso, sono scese del 33%, le separazioni del 18% e i divorzi del 21,9%.