La geologia forense studia l’applicazione delle tecniche geo-scientifiche nei casi giudiziari. Rappresenta una disciplina delle scienze della terra dove terreno e rocce vengono studiate ed analizzate proprio per fornire un supporto tecnico ai magistrati. Tale materiale si deposita spesso su attrezzi da lavoro, pneumatici o altri oggetti utilizzati nella quotidianità ed è quindi compito del geologo forense insieme alla polizia scientifica analizzare questi materiali “geologici”.
Questa dottrina scientifica è nata da pochi anni, si può considerare relativamente giovane, ma può offrire sostegno e supporto in casi di illeciti civili e penali per i Tribunali e le Procure. Il delitto di Aldo Moro, avvenuto nel 1978 da parte delle brigate rosse, rappresenta il primo contributo della geologia forense nello studio in campo criminale. Il ruolo del geologo in ambito della giurisprudenza sta diventando sempre più rilevante grazie alle sue competenze di analisi del terreno.
L’indagine forense viene condotta dal sopralluogo sul sito fino all’analisi chimico-fisica in laboratorio. Il geologo, deve raccogliere necessarie informazioni dall’ambiente al fine di una ricostruzione della dinamica e per l’individuazione di prove fisiche. I casi di studio possono spaziare, ma principalmente si occupa di persone scomparse, omicidi, reati ambientali o addirittura in caso di sequestri di persone (come il delitto di Aldo Moro) oppure di persone scomparse durante alluvioni o di dissesto idrogeologico.
L’autore del reato o la vittima stessa, potrebbero lasciare tracce ed elementi di prova per cui la dinamica criminale viene ricostruita dal geologo proprio dallo studio di ogni elemento “geologico” come materiali lapidei, ceramiche, pietre ornamentali e suoli. Tali materiali si trovano in tutti gli ambienti e le loro caratteristiche variano da luogo a luogo e vengono spesso a contatto con oggetti e superfici mobili, come indumenti, armi, pneumatici, bossoli e suole di scarpe.
Al fine di una investigazione penale o civile, lo scienziato forense si avvale di diversa strumentazione e competenze in petrologia, mineralogia, geochimica, geofisica e geomorfologia fornendo così una ottima chiave di lettura. Lo scopo è quello di raccogliere le informazioni, produrre dei dati scientifici e di contestualizzarli nel contesto criminale. L’analisi della composizione chimica di alcuni campioni di terreno raccolti nella area di un crimine permette di determinare la provenienza di questi materiali e la possibilità di associarli alla scena del crimine. Ovviamente, il terreno è un sistema molto delicato e complesso dove interagiscono molti fattori esogeni ed endogeni.
Come strumentazione, il geologo utilizza il georadar o tecniche geofisiche per la localizzazione di oggetti nascosti come ad esempio armi, munizioni, coltelli, corpi sepolti o addirittura bunker sotto terra. Queste strumentazioni di campo, utilizzate in campo ingegneristico, hanno riscontrato una notevole attendibilità anche in campo forense. In caso, invece, di una visione speditiva nell’area interessata, viene utilizzata la cosiddetta fotointerpretazione di foto aeree con l’obiettivo di osservare soprattutto se ci sono state delle variazioni territoriali ante e post evento.
La ricerca geo-forense è basata inizialmente da una ricerca bibliografica, tramite l’utilizzo di carte geologiche e topografiche e attraverso il sopralluogo della zona oggetto di illecito si cerca di ricostruire il modello geologico. Durante questa fase, si procede con la raccolta di campioni di terreno, rocce o oggetti ritrovati di qualunque materiale associati a scatti fotografici. Se non si hanno informazioni sufficienti o se magari si ha la sensazione che qualche oggetto sia stato sepolto si procede con l’utilizzo di strumentazioni di rilevazione. Al termine di queste fase si deve redigere un report conclusivo.
Una successiva fase è il repartamento di tracce di suoli, materiali organici ed inorganici e successivamente inviate al laboratorio di analisi, dove si andrà a determinare il colore, l’aspetto e la mineralogia presente, utilizzando sia tecniche XRD a difrattometria a raggi x, analisi in tecnica SEM ovvero in microscopia elettronica a scansione oppure utilizzando tecniche microscopiche ad infrarosso (FTIR). Il riconoscimento mineralogico e petrografico è di estrema importanza, basti pensare al caso di Osama Bin Laden, dove grazie alla tipologia di rocce dell’Afghanistan affioranti solo in determinate località, durante le sue apparizioni televisive, è stato possibile scoprire il suo nascondiglio.
La geologia forense, se pur poco conosciuta, ha permesso la ricerca di elementi probatori in ambito giudiziario penale e civile. La professione richiede capacità di gestire le emozioni, la rabbia e l’ansia. Gli innumerevoli strumenti a disposizione dello scienziato forense hanno fatto sì di risolvere molti casi studio e soprattutto di accelerare le indagini aumentando così anche l’accuratezza nella ricerca.
Fabrizio Filipello