Nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1982 , in seguito alle ferite riportate in un incidente stradale, moriva all’età di 52 anni l’attrice americana diventata principessa di Monaco. La sua favola aveva appassionato il mondo intero. Nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1982, le telescriventi di tutto il mondo batterono questa notizia: “Sua Altezza Serenissima la principessa Grace di Monaco si è spenta pochi minuti fa in seguito alle ferite riportate in un incidente automobilistico di cui è rimasta vittima lungo la strada carrozzabile D 37 per La Turbie”. Si chiudeva così, nella maniera più tragica, la favola che aveva fatto sognare il mondo, quella dell’attrice e del principe che si innamorano, si sposano, hanno tanti bambini – tre, per la precisione – e, secondo la tradizione, dovrebbero vivere per sempre felici e contenti, oltre che ricchi, naturalmente.
Grace aveva 52 anni, tre anni in meno dell’età che ha oggi la figlia Stéphanie, a lungo sospettata di essere stata al volante della Rover al momento dell’incidente in cui perse la vita sua madre. Oggi forse alle generazioni più giovani, nate negli anni successivi, il volto aristocratico, pur se di origini borghesi, della Principessa di Monaco non è troppo familiare. Ma dovrebbe continuare a esserlo il suo nome, Grace Kelly, un nome che si accompagna a eleganza e regalità. Regina in effetti lo è stata. Di Hollywood. Ha calcato le scene per poco più di cinque anni, ma è stato un tempo più che sufficiente per diventare un mito del cinema e portarsi a casa un Oscar, con La ragazza di campagna. E, come se non bastasse la regalità conferitale come grande attrice di Hollywood, ha sposato un vero sovrano: il 19 aprile 1956, nella Cattedrale di Monaco, Grace ha unito per sempre il suo nome a quello del principe Ranieri, al tempo neo-monarca del Principato. Un amore da favola, il loro: “L’americana sposa il principe”, titolavano i giornali di tutto il mondo. Una rivisitazione di Cenerentola in versione post-guerra, in cui però tutti conoscevano e osannavano lei, ma non godeva di altrettanta fama lui. Principe e Principato di Monaco hanno cominciato a prendere forma nella bocca di tutti perchè Grace ne era diventata la regina. Il gossip divenne così reale che influenzò la politica internazionale: il Principato stagnava da tempo in una grossa crisi economica che rischiava di metterne in ginocchio l’autonomia stessa e di rendere inevitabile l’annessione alla Francia. Senza contare che, senza eredi maschi, era difficile garantire una continuità di governo.
Lo scapolo d’oro Rainier Louis Henri Maxence Bertrand Grimaldi, per fortuna, non seppe resistere al fascino della bella attrice americana, e come lui gli investitori internazionali che resero Monaco quella che oggi conosciamo. Venivano tutti a vedere Grace. E Grace in Francia ci andò per lavoro: era il giugno del ’54 e doveva girare Caccia al ladro con Hitchcock, terzo e ultimo film insieme. La sua era la parte di una donna seducente e imprevedibile, nascosta dall’apparenza di bionda, fredda e distaccata, vero “ghiaccio bollente”, come l’aveva definita lo stesso regista. In una scena in auto, l’ironia della sorte mostra la diva percorrere, guidando a folle velocità accanto a un terrorizzato Cary Grant, proprio quella curva in cui 27 anni dopo troverà la morte. Grace aveva la vocazione per il teatro fin da piccola, cosa non insolita nei timidi, come lei stessa si descriveva. Grazie a una mamma e un papà amorevoli ma severi, trovò la costanza e la determinazione per realizzare il suo sogno. Prima a teatro a Broadway nel 1948, poi al cinema a Hollywood tre anni dopo, non è mai passata inosservata per la sua capacità di emozionare lo spettatore.
Ranieri fu l’unico che entrò nelle loro grazie: non c’è da stupirsi del fatto che lo trovassero abbastanza un buon partito, giovane e aitante, cattolico, mai stato sposato. E poi, principe. Ebbene, la scintilla scattata quel pomeriggio di giugno sulla Costa Azzurra divenne un fuoco che arde tra mille parole, perchè per un periodo Ranieri e Grace si amarono platonicamente, come facevamo anche noi da ragazzi, attraverso una serie infinita di lettere. Poi, la svolta: Ranieri attraversò l’Atlantico per chiederne la mano direttamente al padre, a Filadelfia. Seguirono l’annuncio al mondo delle nozze imminenti e della ritirata dalla carriera cinematografica e un glamouroso trasloco via Atlantico a bordo del SS Constitution, destinazione la Costa Azzurra. Era il 4 aprile 1956, quando Grace, insieme alla famiglia, le damigelle e il suo adorato barboncino, si imbarcarono sul transatlantico con un bagaglio di più di 80 valigie. Grace concentrò allora tutte le sue attenzioni nei figli: arrivarono Carolina, Alberto e per ultima Stéphanie. Il Principato era salvo: come moglie e madre, Grace aveva compiuto il suo dovere, tanto che Hitchcock era tornato alla carica con un nuovo copione che la vedeva protagonista. Una nuova luce dovette cogliere lo sguardo di Grace in quel momento, ma fu breve perchè i monegaschi si opposero con tutte le loro forze: la loro regina non si sarebbe potuta abbassare al ruolo di attrice, mai, e così fu. Doveva essere un amore vero e smisurato quello che la legava al principe, per farle abbandonare la passione innata per la recitazione.
Gli anni passarono, tra alti e bassi, e giungiamo al terribile settembre dell’82. Il 13 mattina, di partenza per Monaco con la figlia Stéphanie, caricano la macchina di svariate valigie e di un abito per il ricevimento che avrebbe avuto luogo la sera stessa a Palazzo Grimaldi, fatto stirare dalla governante nella residenza estiva di Roc Agel, dove avevano trascorso le vacanze. Perchè il sedile posteriore era completamente occupato, diversamente dal solito, Grace decise di guidare da sè la sua Rover e lasciò l’autista a casa. In un tornante perse però il controllo dell’auto e madre e figlia precipitarono in una scarpata, rovinando nel giardino di una villa una decina di metri più in basso. Stéphanie si salvò miracolosamente, ma Grace fu portata d’urgenza in ospedale, dove morì durante la notte, senza aver mai ripreso conoscenza. Fu proclamato il lutto cittadino e il funerale fu trasmesso in televisione perché milioni di persone, da tutto il mondo, potessero assistervi. Morì a 52 anni, improvvisamente, lasciando un vuoto incolmabile nei cuori di tutti noi. Ma soprattutto lasciò un marito inconsolabile: Ranieri non superò mai la morte della sua principessa, e nel 2005, finalmente si è riunito all’amore della sua vita. Da quando ci ha lasciato, anche se mai sbiadito, dell’attrice è rimasto solo il ricordo: quello di una donna bellissima e fredda, non nobile di nascita, ma altezzosa come una dama dell’amor cortese, circondata da un’aura regale, che si completava nell’andatura, elegante e raffinata. Era nata per questo, per essere una principessa.