Cosa accomuna l’Intelligenza artificiale (Ai) con il grande compositore tedesco Ludwig van Beethoven? La risposta non poteva che essere la musica, ma, quella che il genio, nato nel 1770 a Bonn, non ha mai composto. L’Ai, infatti, ha studiato attentamente le opere, e, attualmente, è a un passo dal completare con lo stesso stile la decima sinfonia, rimasta incompiuta alla sua morte, avvenuta nel 1827. Alla guida di questo ambizioso progetto, denominato “Beethoven AI Project”, e non ancora definito, c’è Matthias Roder del Karajan Institute di Salisburgo. I ricercatori, in ogni caso, sono fiduciosi, in vista delle grandi celebrazioni previste a Bonn per i 250 anni dalla nascita del maestro.
Gli algoritmi possono essere creativi? Esistono alcuni esempi di intelligenza artificiale creativa applicata all’arte, come il “Ritratto di Edmond Belamy”, alle sceneggiature, a una canzone dei Beatles, ed esperimenti condotti in passato con le musiche di altri Bach, Mahler e Schubert, e il Deutsche Telekom insieme con un gruppo di esperti internazionali di musica e intelligenza artificiale e ricercatori della Beethoven-Haus di Bonn, stanno tentando di applicare il tutto alla sinfonia di Beethoven. “Bisogna immaginare che Beethoven abbia scritto alcune note proprio nel momento in cui ha avuto una nuova idea. A volte queste note sono parole scritte, altre volte note musicali. Non ci resta che fare ipotesi basate su questo materiale. In che modo Beethoven avrebbe probabilmente completato le sequenze in una composizione musicale? Non abbiamo altra scelta che basare le nostre decisioni sul materiale che Beethoven ha lasciato per noi. E una volta definita la forma generale, l’Ai la riempirà con le idee musicali postulate”, ha dichiarato Röder.
Simona Cocola