La Corte ha ritenuto non ammissibile il quesito che chiedeva l'abolizione parziale delle norme sull'omicidio del consenziente
La Corte Costituzionale ha bocciato il referendum sull’eutanasia. Lo fa sapere l’ufficio comunicazione della Consulta. “La Corte – si legge – ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili“. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni. Quello sull’eutanasia è il primo dei 8 quesiti che la Corte costituzionale è chiamata ad esaminare.
Grande delusione per l’Associazione Luca Coscioni che aveva raccolto 1 milione 200 mila firme. Per il tesoriere Marco Cappato la bocciatura “è una brutta notizia per la democrazia nel nostro paese”. “Ma la battaglia per l’eutanasia legale – promette Cappato – non si ferma”.
“Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia”, dice il leader della Lega Matteo Salvini. Per il segretario del Partito democratico Enrico Letta la non ammissibilità del referendum “deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa”. Più tecnico il giudizio di Giuseppe Conte: “il quesito avrebbe creato un vuoto normativo – spiega il presidente, seppur sospeso, del Movimento 5 stelle – ma non possiamo gettare al vento le firme dei cittadini. Il Parlamento dia una risposta”.
Soddisfatte invece le associazioni prolife e cattoliche. “La vita nell’ordinamento italiano è bene indisponibile”, commenta Mario Adinolfi del Popolo della Famiglia, che aggiunge: “avevamo spiegato che il quesito era irricevibile“.