Era il 1994, esattamente il 5 aprile, quando 26 anni fa moriva il leader della band dei ‘Nirvana‘ Kurt Cobain. Erano gli Anni Novanta, e i Nirvana avevano moltissimi fan soprattutto tra gli studenti che con “Smells Like Teen Spirit” nelle cuffie andavano a scuola, suonavano i loro pezzi, e non mancavano ai concerti. Non aveva nemmeno 30 anni Cobain, ma decise di suicidarsi, sparandosi un colpo di fucile alla testa, e il “grunge”, il genere musicale del momento, perdeva definitivamente un pezzo di cuore.
I Nirvana si erano formati nel 1987 ad Aberdeen nello Stato di Washington, e contribuirono alla diffusione del “Seattle sound“, com’era chiamato il grunge, un rock alternativo giunto proprio da Seattle verso la metà degli Anni Ottanta. Il successo commerciale a livello mondiale di questo tipo di musica arrivò nel 1991, anno di uscita dell’album “Nevermind” proprio dei Nirvana, che fece raggiungere alla musica indipendente il top nelle classifiche.
«Nirvana significa liberazione dal dolore, dalla sofferenza e dal mondo esterno e questo si avvicina al mio concetto di punk», affermò Cobain. Lo struggimento, che probabilmente provava, si riversava nei testi e nei suoni del gruppo statunitense che emozionò molte generazioni. Angelo e diavolo, il frontman dei Nirvana diventò un’icona tra i giovani, come altre rockstar prima di lui, tanto che i ragazzi lo portavano con loro anche sulle magliette, gli zaini, le felpe.
Simona Cocola