Dopo le polemiche scatenatesi domenica a causa della mancata partenza del Napoli alla volta di Torino per disputare il big match serale contro la Juventus, il club partenopeo aveva deciso di seguire un’ordinanza emessa della Asl di Napoli e restare in Campania, questa mattina la bufera mediatica ha travolto alcuni tesserati del club bianconero: l’Asl di Torino ha comunicato che segnalerà alla Procura i calciatori che hanno violato l’isolamento fiduciario per rispondere alle convocazioni nelle rispettive Nazionali o per far rientro a casa.
La Juventus si trova in isolamento fiduciario da sabato, giorno in cui sono state riscontrate le positività al Covid di due persone dello staff esterne al gruppo squadra. Il direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl Città di Torino, Roberto Testi, ha specificato che la segnalazione dell’abbandono della “bolla” da parte di alcuni giocatori era arrivata già lunedì da parte della stessa società. A questo punto per l’Asl diventa un atto dovuto informare l’autorità competente, ovvero la Procura, su quanto avvenuto.
Hanno risposto alla chiamata in Nazionale lasciando il J Hotel, senza l’autorizzazione dell’Asl, Bentancur, Cuadrado, Danilo, Dybala e Ronaldo, mentre Buffon e Demiral, hanno deciso di rientrare nelle proprie abitazioni. Una volta abbandonato il ritiro la responsabilità del gesto diventa individuale, per questo motivo gli atleti coinvolti rischiano una multa da 400 euro. Una sanzione che messa a confronto con l’ingaggio milionario percepito da questi grandi campioni può tranquillamente essere definita una “bazzecola”.
Non serve l’opinione di un premio Nobel per la Medicina o per la Fisica per comprendere che per far rispettare questo tipo di norme sanitarie servirebbero delle pene tali da non incentivare i giocatori a fregarsene altamente delle regole. Il pensiero comune è che se oltre la multa, 400 euro per un calciatore milionario può essere paragonato alla stregua del costo di un caffè per un dipendente che guadagna circa 1.000 euro al mese, fosse aggiunta qualche giornata di squalifica in Serie A e nelle coppe europee quasi sicuramente i tesserati ci penserebbero due volte prima di fuggire dal ritiro. Inoltre, a fronte di una possibile squalifica, gli stessi club sarebbero molto più decisi a far rispettare le ordinanze dell’Asl.
Va sottolineato che però ci sono dei giocatori, al quale va riconosciuto un grande plauso, che nonostante le convocazioni in Nazionale hanno deciso di attenersi al protocollo sanitario. Come ad esempio Adrien Rabiot che sta attendendo l’esito dei due tamponi effettuati: nel caso in cui risultassero negativi, al termine di cinque giorni di isolamento, cioé domani, potrà unirsi alla nazionale francese. Lo stesso vale per Bonucci e Chiellini, attesi a Coverciano per il ritiro degli Azzurri in vista del trittico di partite che attende l’Italia.
Forse più che parlare di sconfitte a tavolino per 3-0 o di inciuci tra presidenti di club, direttori di Asl, governatori di Regione e rappresentanti del Governo bisognerebbe partire dal concetto di “rispetto delle regole” valido per tutti: perché l’esempio dato da un grande campione, soprattutto in un momento di emergenza sanitaria come quello in cui ci troviamo in questo particolare momento storico, può condizionare positivamente una nazione intera.
Carlo Saccomando