Sempre più preoccupanti i commenti sull'avanzata russa in Donbas. Gli Stati Uniti starebbero preparando l'invio di armi ancora più potenti
Il premier britannico Boris Johnson lancia l’allarme. La Russia sta facendo “progressi lenti ma tangibili” in territorio ucraino. “Temo che Putin, a caro prezzo per se stesso e per l’esercito russo, continui a guadagnare terreno nel Donbass“.
Johnson ha spiegato come le forze russe stiano “continuando a fare progressi graduali, lenti, ma temo tangibili e quindi è assolutamente vitale continuare a sostenere militarmente gli ucraini“. Una preoccupazione che un po’ contrasta con gli aggiornamenti dell’Intelligence di Londra, che questa mattina ha sottolineato come la Russia stia “facendo pressioni sulla sacca di Severodonetsk sebbene l’Ucraina mantenga il controllo di più settori difesi, negando alla Russia il pieno controllo del Donbas“. Per concludere che il dispiegamento sul campo dei vecchi carri sovietici T-62 dimostra come Mosca sia a corto di unità più moderne.
Toni più preoccupati negli ultimi giorni sta usando anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ieri l’attacco alla Nato, oggi la critica ai “potenti della Terra” accusati di “flirtare con la Russia“. “Il catastrofico svolgersi degli eventi potrebbe ancora essere fermato se il mondo trattasse la situazione in Ucraina come tale. Se i potenti del mondo non flirtassero con la Russia, ma insistessero davvero per porre fine alla guerra“. Zelensky ha fatto quindi riferimento allo stallo nell’Unione europea che, ormai da settimane, non riesce ad approvare il sesto pacchetto di sanzioni. Il presidente ucraino ha poi accusato di nuovo la Russia di “genocidio“, di “deportazione” e “l’uccisione di massa di civili” nel Donbas.
Più cauti gli Stati Uniti. Secondo il Pentagono le forze russe hanno fatto “pochi progressi“, nonostante il gran numero di truppe schierate. Nel comtempo, afferma la Cnn, Washington si starebbe preparando ad inviare in Ucraina armi ancora più potenti. In particolare sistemi di missili a lungo raggio in grado di colpire bersagli a centinaia di chilometri di distanza. Il Multiple Launch Rocket System o MLRS, e il High Mobility Artillery Rocket System o HIMARS. Zelensky li chiede da tempo, e li considera il punto di svolta della guerra. Biden ha sempre frenato: si tratta di armi prodotte negli Stati Uniti e che potrebbero colpire anche il territorio russo. Ma il momento di difficoltà dell’esercito ucraino in Donbas, secondo la Cnn, potrebbe indurre l’amministrazione americana a cambiare idea.