• 26 Dicembre 2024
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Paralimpiadi, Italia da record: ad oggi sono 46 le medaglie conquistate

Questa notte l'Italia ha superato i risultati di Atlanta 1996 e Tokyo 1964 (45 medaglie), diventando la terza spedizione olimpica più proficua di sempre.

Quest’oggi, nell’ottava giornata delle Paralimpiadi di Tokyo 2020, a soli 4 giorni dal termine della competizione, una straordinaria Italia ha già superato il numero complessivo di medaglie conquistate a Rio 2016. In totale sono 46 le medaglie ottenute dagli azzurri (di cui 16 bronzi, 19 argenti e 11 ori) contro le 39 dei Giochi passati. La spedizione azzurra si trova al nono posto nel medagliere, anche se per numero complessivo di medaglie è al settimo posto.

Italia da sogno a Tokyo 2020

Alle 43 medaglie conquistate ieri nell’ottava giornata dei Giochi paralimpici si sono aggiunte momentaneamente altre 3 medaglie. La prima è arrivata dal ciclismo femminile con il bronzo di Katia Aere nella prova in linea della categoria H5. Medaglia di bronzo anche nella gara a squadre femminile del tennistavolo classe 1-3, conosciuto comunemente anche come ping pong, grazie alle performance del duo rosa formato da Michela Brunelli e Giada Rossi. Infine Luca Mazzone ha conquistato il secondo argento a queste Paralimpiadi nella categoria H1-H2 di handbike.

Ieri notte, nella gara del lancio del disco femminile, la napoletana Assunta Legnante ha ottenuto la medaglia d’argento. Si è posizionata dietro a un’inarrestabile Liangmin Zhang nella categoria per ipovedenti. Ma non solo: con la misura di 40.25 metri, si è guadagnata anche il nuovo primato a livello europeo. Sono arrivate, poi, altre 4 medaglie d’argento da parte dei ciclisti Fabrizio Cornegliani (H1) Giorgio Farroni (T1) e Francesca Porcellato (H1 e H2) e Luca Mazzone nella categoria H2.

Grandi soddisfazioni dal nuoto

Il plotone azzurro non si è arrestato e ha continuato a seminare medaglie alle competizioni di Tokyo 2020. Durante la mattina, gli atleti del nuoto hanno dimostrato ancora una volta, in questi Giochi, di cosa sono capaci. Così, sono arrivate altre quattro medaglie: argento per Alberto Amodeo e bronzo per Xenia Palazzo, categoria S8, nei 400 mt freestyle.

Stefano Raimondi ha poi conquistato un argento nel 100 metri farfalla, categoria S10: è stata la sua 4° medaglia per questi Giochi. Giulia Terzi, invece, è salita sul primo gradino del podio portando a casa il nuovo record paraolimpico, con 1’09”21 nel 100 metri freestyle, categoria S7.

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Giulia Terzi in allenamento nella Piscina Felice Scandone, Napoli (Instagram)

Azzurri inarrestabili, l’esempio di Bebe Vio

Durante i Giochi Paraolimpici di Tokyo 2020, gli atleti stanno insegnando come coraggio e determinazione vadano al di là dei limiti fisici. Tra record mondiali e personali, alcune storie colpiscono più di altre.

È il caso, ad esempio, della leggenda del fioretto Bebe Vio. La campionessa in carica, secondo oro paraolimpico, ha rivelato oggi sui social che una grave infezione da stafilococco aureo l’aveva colpita all’inizio dell’anno. Così, non solo ha rischiato di perdere l’appuntamento a Tokyo 2020, ma, cosa più importante, sua stessa vita.

Bebe Vio con la medagli d’oro conquistata alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 nel fioretto (Instagram)

L’azzurra veneziana è uscita dall’ospedale esattamente 119 giorni prima dell’inizio dei Giohi, come riporta sui social in un lungo post. Sebbene arrivare a Tokyo fosse una sfida ardua, lei e il suo team ci hanno provato ugualmente. Risultato: un oro nella gara individuale e un argento in quella a squadre.

Come si legge sul suo profilo Instagram:
“Passione, coesione, lavoro, fatica.
[…] Cos’è l’impossibile?
Mi hanno salvata le persone…
Ed è a loro che devo queste vittorie.[…]”

@bebe_vio

Così, Bebe Vio ha ricordato a tutti che nulla è impossibile se impegno personale, professionisti preparati e affetti sinceri si trovano dalla nostra parte.

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Manuela Pilloni

Laureata in Nuove Tecnologie dell'Arte, Teatro Fisico e Digital Marketing. Da sempre interessata alla comunicazione in ogni sua sfaccettatura, lavoro come Web Content Editor.

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