Istruzione e formazione rappresentano oggi un binomio inscindibile. Lo dico anche per rispondere a diverse sollecitazioni, venute da parte di interessati ed attenti lettori. In passato non è sempre stato così, anzi rappresentavano, per usare un’immagine mutuata dalla geometria, due percorsi paralleli senza punti di contatto, perché l’istruzione era da considerare riservata all’élite, e quindi ad un’area di serie A, mentre la formazione riguardava persone meno portate all’ approfondimento culturale, quindi era un’area di serie B. Oggi non è più così.
Incominciamo a chiarire la portata del termine istruzione. Con questa parola intendiamo quel bagaglio di conoscenze derivante da interventi idonei a formare da un punto di vista complessivo una persona al fine di renderla protagonista all’interno della società, nella quale vive.
L’istruzione serve dunque a permettere all’individuo di conoscere i suoi doveri ed i suoi diritti, di avere chiara la sua storia e la storia della realtà sociale in cui opera, di acquisire i metodi e i principi che regolano i vari processi del suo ambito professionale, senza necessariamente entrare nello specifico dei singoli percorsi operativi.
Da una definizione sostanziale di questo tipo ricaviamo subito un dato: l’istruzione non è da collegare, come per molto tempo si è fatto, ad un momento della vita, nello specifico all’infanzia e alla giovinezza, ma riguarda la persona durante tutta la sua vita.
È facile capire il motivo: se la persona vive in un mondo che cambia continuamente e velocemente, per essere all’altezza dei tempi, deve continuamente aggiornarsi e quindi deve costantemente istruirsi. Non a caso i documenti dell’Unione Europea in materia di istruzione hanno introdotto espressioni quali “istruzione permanente” e “istruzione durante tutto l’arco della vita”.
La formazione invece ha un collegamento per alcuni versi con la realtà nella quale si vive e si opera, infatti formazione ed addestramento vengono, con un errore di prospettiva, considerati sinonimi, anche se non lo sono, perché l’addestramento è solo una parte della formazione e quindi non la comprende tutta.
Da un punto di vista della storia dei processi educativi inoltre la formazione spesso viene legata all’aggettivo “professionale”, perché, quando si parla di formazione, l’opinione corrente tende a fare riferimento ad una preparazione in grado di introdurre una persona nel mondo del lavoro.
Rispetto all’istruzione la formazione rappresenta il segmento successivo utile all’individuo per acquisire la dovuta competenza specifica con particolare riferimento ai principi generali collegati ai processi di lavoro all’interno dei quali vorrebbe essere inserito o sta per essere inserito.
Per semplificare si può dire che la formazione professionale offre la possibilità di acquisire le conoscenze metodologiche per avere il quadro complessivo del processo operativo nel quale è previsto l’introduzione del lavoratore. Molte volte però, anche per rispettare i ritmi di lavoro, non è sufficiente la sola conoscenza teorica, è necessaria anche una certa manualità, cioè non è sufficiente il “sapere”, ma è richiesto anche “saper fare”. L’addestramento nell’ambito della formazione offre la possibilità per saper fare.
Vale infine anche per la formazione la precisazione fatta per l’istruzione. Deve cioè essere garantito il costante aggiornamento, quell’aggiornamento che viene definito “formazione continua” , riservato ai lavoratori occupati in un’azienda per permettere loro il dovuto adattamento all’evoluzione dei processi produttivi.
In base alle considerazioni appena fatte possiamo affermare che istruzione e formazione non devono più essere considerati elementi separati e paralleli, sono due elementi da collegare, perché complementari.
L’istruzione serve per fornire alla persona una preparazione di base, è strumento per garantire alla persona la sua giusta competenza teorica per essere protagonista nella società in cui vive. Per essere però protagonista a tutti gli effetti la persona deve essere dotata della “cassetta degli strumenti”, che le permette di gestire il suo ingresso e la sua efficace presenza nel mondo del lavoro o della professione. L’addestramento è questa “cassetta”.
Possiamo considerare anche come tentativi per rendere più efficace il binomio istruzione-formazione i provvedimenti del ministero competente, che riguardano la realizzazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro.
Con queste decisioni l’Autorità scolastica non solo ha voluto dimostrare la necessità di garantire il collegamento tra mondo dell’istruzione e quello della formazione, ma ha voluto pure assegnare un ruolo di docenza della formazione alle imprese.
Dalla lettura dei testi governativi si ricava infatti che all’imprenditore è assegnato un insegnamento complementare a quello che viene realizzato nella scuola. Certamente il percorso è difficile, soprattutto se viene affrontato senza considerarlo un’innovazione da sperimentare, ma solo un ulteriore adempimento burocratico al quale è necessario adeguarsi.
Prof. Franco Peretti
Esperto di metodologie formative