A gennaio si rileva, per il secondo mese consecutivo, una flessione congiunturale della produzione industriale. È quanto riporta l’Istat nel report pubblicato quest’oggi e che fa riferimento a gennaio 2022. Un calo che è comune a tutti i principali settori di attività.
A gennaio si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale sia diminuito del 3,4% rispetto a dicembre. Mentre nella media del trimestre novembre-gennaio il calo è più contenuto: il livello della produzione diminuisce dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. Risulta negativo anche il confronto con il valore di febbraio 2020, mese antecedente l’inizio dell’emergenza sanitaria: rispetto ad allora il livello destagionalizzato dell’indice è inferiore dell’1,9%.
L’indice destagionalizzato mensile segna diminuzioni congiunturali in tutti i comparti: variazioni negative caratterizzano il settore dell’energia (-5,2%), i beni di consumo (-3,6%), i beni intermedi (-3,4%) e, in misura meno rilevante, i beni strumentali (-1,6%).
Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio 2022 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 2,6% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20, contro i 19 di gennaio 2021). Si registra un incremento tendenziale solo per l’energia (+1,1%), mentre i restanti comparti mostrano flessioni, con un calo maggiore per i beni intermedi (-5,2%) e quelli strumentali (-3,5%) e meno marcato per i beni di consumo (-1,5%).
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+10,7%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+8,2%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (+1,6%). Viceversa, le flessioni più accentuate si osservano nelle attività estrattive (-12,7%), nella fabbricazione di apparecchiature elettriche (-12,0%) e nelle altre industrie manifatturiere (-7,1%).