Nel secondo trimestre del 2021 si registra un aumento del 3,9% di occupati rispetto al trimestre precedente e del 20,8% rispetto al secondo trimestre 2020. Numeri alla mano in tre mesi i lavoratori in Italia sono cresciuti di 338mila unità in più (+ 1,5%) e di oltre mezzo milione (523mila) se confrontati con lo stesso periodo dello scorso anno. Anche il Pil è aumentato, del 2,7% in termini congiunturali e del 17,3% in termini tendenziali. È quanto rileva l’Istat nel report sul mercato del lavoro relativo al secondo trimestre di quest’anno.
L’aumento del numero di occupati è dovuto alla crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (80 mila, +0,5%), degli indipendenti (33 mila, +0,7%) e dei dipendenti a termine (226 mila, +8,3% in tre mesi). Parallelamente si attesta un calo sia del numero di disoccupati (-55 mila, -2,2%) sia di quello degli inattivi di 15-64 anni (-337 mila, -2,4%). I dati mensili provvisori di luglio 2021 mostrano un arresto del trend in crescita registrato tra febbraio e giugno 2021, con un lieve calo dell’occupazione rispetto a giugno (-23 mila, -0,1%) che si associa a quello dei disoccupati (-29 mila, -1,2%) e all’aumento degli inattivi di 15-64 anni (+28 mila, +0,2%).
Crescono sia gli occupati a tempo pieno sia quelli a tempo parziale (+1,8% e +4,8%, rispettivamente). In aumento anche il numero di disoccupati rispetto a un anno fa (+514mila), mentre si riducono marcatamente gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1 milione 253 mila, -8,5% in un anno), dopo cinque trimestri di crescita progressiva.
L’occupazione rimane tuttavia ancora inferiore ai livelli pre-pandemia, con 678 mila occupati in meno rispetto al secondo trimestre 2019. Tra le catogerie più colpite figurano le donne occupate: 370 mila in meno (-3,7% rispetto a -2,3% degli uomini). Il tasso di occupazione femminile, al 49,3%, è ancora inferiore di 1,4 punti rispetto a prima dell’epidemia.
La crescita dell’occupazione giovanile nel secondo trimestre 2021 è stata particolarmente sostenuta, ma non è riuscita a compensare il forte calo del 2020: tra i 15-34enni gli occupati sono ancora 199 mila in meno rispetto al secondo trimestre 2019 (-3,8%).
Se si osservano i tassi, al fine di tener conto anche della dinamica della popolazione, si conferma la crescita occupazionale più marcata per i 15-34enni (dal 38,1% del secondo 2020 al 40,8% del secondo 2021) e i 35-49enni nonostante il numero di occupati sia ancora inferiore a quello del secondo trimestre 2019 di oltre mezzo milione (-5,7%) mostrano un tasso di occupazione non troppo distante da quello pre-crisi (73,4% rispetto a 74,2%); infine anche tra i 50-64enni il tasso di occupazione (60,1%) è ancora di 1,2 punti inferiore al livello del 2019, sebbene il numero di occupati sia addirittura superiore (+66mila, +0,8%).
Rispetto al trimestre precedente, le ore lavorate per dipendente crescono del 3,4%; su base tendenziale, anche per questo indicatore, si osserva un incremento eccezionalmente marcato (+29,2% rispetto al secondo trimestre 2020), associato a una riduzione altrettanto straordinaria del ricorso alla cassa integrazione, che si abbassa a 78,7 ore ogni mille ore lavorate.
Il costo del lavoro, per unità di lavoro, cresce dello 0,6% in termini congiunturali, con un aumento più sostenuto delle retribuzioni (+0,7%) e di minor intensità degli oneri sociali (+0,3%), quale effetto del persistere delle misure di sostegno all’occupazione attuate attraverso gli sgravi contributivi.
Su base annua si rileva, invece, un calo del costo del lavoro pari a -3,1%. A diminuire sono entrambe le componenti: le retribuzioni scendono del 2,3% rispetto al secondo trimestre 2020, e gli oneri sociali del -5,4%.