Si tratta della contrazione più accentuata dal 1997. La metà delle famiglie spende più di 1.962 euro al mese. Tra i settori più colpiti dalla crisi quello della ristorazione, le strutture ricettive, cinema, teatri e i luoghi della cultura.
La spesa media mensile nel 2020 in Italia è scesa del 9% rispetto all’anno precedente. Lo riferisce l’Istat, secondo cui il fenomeno è strettamente collegato alle conseguenze della crisi economica scaturita a seguito della pandemia da Covid che ha cambiato drasticamente le abitudini di spesa degli italiani, come testimoniato anche dal Paniere Istat del febbraio 2021.
Si tratta della contrazione più accentuata dal 1997 (anno di inizio della serie storica), che riporta il dato medio di spesa corrente ai livelli del 2000. Nel biennio 2012-2013, quando si registrò la flessione più ampia nel periodo considerato, il calo rispetto al 2011 era stato complessivamente del 6,4%. L’attuale flessione ha invece superato del 2,6% il record negativo precedente. Mentre se si la dinamica inflazionistica (-0,2% la variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale, NIC), il calo in termini reali è leggermente meno ampio: -8,8%.
La stima della spesa media mensile per consumi delle famiglie residenti è pari a 2.328 euro in valori correnti (2.560 euro nel 2019). La metà delle famiglie spende più di 1.962 euro al mese. Pur rimanendo ampi, si attenuano per il secondo anno consecutivo i divari territoriali tra Nord-Est e Sud Italia: si passa dai 722 euro registrati nel 2019 ai 627 euro del 2020.
Secondo stime preliminari, la spesa media mensile nel primo trimestre del 2021 diminuisce del 3,4% rispetto allo stesso trimestre del 2020, per gli effetti persistenti della crisi sanitaria. Al netto delle spese alimentari e per l’abitazione, il calo è più ampio e pari a -7,5%.
La flessione dei consumi riguarda in misura diversificata i capitoli di spesa: alcuni non hanno mostrato variazioni, altri hanno registrato diminuzioni molto marcate. Rispetto al 2019, rimangono sostanzialmente invariate la spesa per alimentari e bevande analcoliche (468 euro al mese) e quella per abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria (893 euro mensili, di cui 587 euro di affitti figurativi). Si tratta, infatti, di spese difficilmente comprimibili.
Mentre la spesa per tutti gli altri capitoli, che nel 2020 vale complessivamente 967 euro al mese, scende invece del 19,3% rispetto ai 1.200 euro del 2019. Le diminuzioni più drastiche riguardano i capitoli di spesa sui quali le misure di contenimento hanno agito maggiormente e in maniera diretta: i servizi ricettivi e di ristorazione (-38,9%, 79 euro mensili in media nel 2020) e ricreazione, spettacoli e cultura (-26,4%, 93 euro mensili), seguiti da altri settori fortemente penalizzati dalla limitazione alla circolazione e alla socialità come trasporti (-24,6%, 217 euro mensili nel 2020) e abbigliamento e calzature (-23,3%, 88 euro mensili).