La Guardia di Finanza ha accertato irregolarità sui prezzi alla pompa di alcune tra le principali compagnie petrolifere italiane, motivo per il quale sono stati avviati una serie di controlli approfonditi. Lo ha annunciato l’Antitrust in una nota ufficiale nella quale ha comunicato di aver avviato istruttorie con ispezioni nei confronti di Eni, Esso, IP, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil.
L’Antitrust ha avviato le istruttorie in quanto la documentazione e i dati trasmessi dalla GdF farebbero emergere da parte delle compagnie petrolifere condotte riconducibili alla “omessa diligenza” sui controlli rispetto alla rete dei distributori, in violazione dell’art. 20 del Codice del consumo.
Nel comunicato si spiega che le irregolarità scoperte riguardano l’applicazione alla pompa di un prezzo diverso da quello pubblicizzato, nonché per l’omessa comunicazione dei prezzi dei carburanti al portale “Osservaprezzi carburanti”. Secondo l’Antitrust le compagnie non avrebbero adottato misure o iniziative idonee a prevenire e a contrastare queste condotte illecite a danno dei consumatori.
Sulla base dei dati raccolti dalla Guardia di Finanza sono oltre mille i distributori di carburante autori delle infrazioni sui prezzi dei carburanti. Su tutto il territorio italiano sono così suddivisi: 376 Eni, 40 Esso , 383 Ip, 175 Kuwait e 48 Tamoil.
Nonostante l’incontro di venerdì scorso a Palazzo Chigi il malcontento dei benzinai non si placa. Nel mirino c’è il decreto benzinai, in particolar modo la norma che sancisce multe salate nel caso di reiterate irregolarità sui prezzi del carburante. La norma stabilisce infatti sanzioni fino a 6mila euro e chiusura dell’attività fino a 90 giorni dopo tre violazioni.
I benzinai si dichiarano delusi è arrabbiati in quanto a loro parere il decreto continuerebbe a individuare nei gestori i colpevoli degli aumenti. La categoria minaccia di mettere in atto lo sciopero generale del 25 e 26 gennaio, che dopo l’incontro col governo era stato congelato. Nelle prossime ore è in programma un incontro fra le principali sigle, che ipotizzano ora di confermare l’astensione dal lavoro.
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