Amara la disamina che circa un’oretta fa Umberto Carriera, fondatore di IOAPRO, ha fatto attraverso la pagina ufficiale social, già il titolo spiega benissimo il suo stato d’animo dopo mesi di lotte e pochi risultati ottenuti: ‘CI STANNO DISTRUGGENDO E CE LO MERITIAMO’.
Ecco perché spiegato dalle sue parole, che qui vi riproponiamo. Il video della diretta potete visionarlo interamente sulla pagina Facebook ‘Ioapro’
Perché CI STANNO DISTRUGGENDO E CE LO MERITIAMO’? Semplice spiega Carriera, i casi emblematici su cui riflettere sono almeno due, vi è una signora di Chivasso che si chiama Rosanna Spatari che nonostante abbia collezionato moltissime multe non ha mai chiuso la sua ‘ Torteria’. Fin qui il principio della signora parrebbe in linea con IOAPRO, che la sostiene, il dramma sta, dice Carriera, nelle persone, alcuni colleghi, il sindaco e le associazioni di categoria stessa, come l’ASCOM, che hanno deciso di fare letteralmente la guerra a questa signora. E che dopo averla multata, aver messo i sigilli, etc pare vogliano farla chiudere definitivamente, perché rea di non rispettare le regole imposte dai vari dpcm e soprattutto pessimo esempio per quanti si attengono alle stesse e stanno chiusi.
La Signora Rosanna, intervistata più volte, ha spiegato che è questione di sopravvivenza, lavorare è un diritto e non si piegherà mai a nessuna dittatura. Eppure alcuni commercianti, forse meno coraggiosi, si sono scagliati contro il suo modus operandi. Da qui la disamina di Carriera: si può arrivare a tanto tra colleghi? Può un’associazione di categoria anziché difendere i lavoratori mettere loro i bastoni tra le ruote? A cosa servono allora i sindacati e le associazioni di categorie, se quanti decidono di lavorare, devono non solo difendersi da soli, ma guardarsi le spalle dalle stesse associazioni a cui magari prima pagavano la tessera?
L’altro grosso problema, e qui il riferimento va direttamente ai numeri di IOAPRO, è che troppe poche persone vogliono tornare ad essere liberi e a lavorare, tutti sui social, dietro alle tastiere si dicono contro il coprifuoco, ma poi quando si tratta di tenere davvero aperto dopo il coprifuoco, servire al chiuso, aderire alle manifestazioni in piazza tutti si ritirano. IO APRO, spiega Carriera, ha portato 5/6 mila persone in piazza a Roma, numeri altissimi, ma non basta, a Roma, spiega, bisognava essere in 50 mila solo così il Governo avrebbe messo mano al DPCM togliendo il coprifuoco e permettendo le riaperture al chiuso. Ma continua, adirato nel corso della sua diretta, finché ci saranno persone che daranno supporto solo sui social, incitando gli altri a metterci la faccia, o finché ci si accontenterà delle briciole dei ristori e di poter riaprire all’aperto, quando la metà dei locali non ha il dehors e gli altri combattono con le condizioni metereologiche, ( A Pesaro, aggiunge, oggi 12 gradi e piove a dirotto) non abbiamo speranze. Ci stanno distruggendo, stanno distruggendo la nostra economia, i sacrifici di una vita e non facciamo nulla, non alziamo i toni, non ci facciamo sentire, e allora certo che mi viene da dire ‘ ce lo meritiamo’.
Se tutti lottassimo insieme, se 50 mila persone venissero a Roma, se su 8/9 milioni di attività non ci fossero solo 5/6 mila locali aperti allora si potrebbe forse fare qualcosa. Cosa sono 5/6 mila locali aperti in tutta Italia su 8/9 milioni di esercizi chiusi, una goccia nell’oceano. Poi spiega ad esempio Pesaro è zona gialla, ma da domani alcuni comuni della mia regione torneranno arancione rafforzato, è un giochino avanti e indietro che ormai ci ha portato allo sfinimento. I locali saranno nuovamente chiusi, ma si può andare avanti così?
Eppure anche la manifestazione che si è tenuta a Firenze, giustissima contro il coprifuoco, quante persone ha contato in piazza? 100/150, ma sui social tutti a dire NO al coprifuoco, questa è un’ assurdità. Si deve scendere in piazza. Altrimenti cosa accade? Quello che è successo a Firenze, poca gente, sempre i soliti ed in più Identificati multati, manifestazione non autorizzata, coprifuoco non rispettato.. Finché siamo in 100/200 non andremo da nessuna parte. Succederà che apriranno quando vorranno loro.
Io apro ormai è di tutti, non solo ristoratori e bar, abbiamo cambiato anche il simbolo, non ci sono più scuse, tutti possono partecipare alle iniziative. Non basta fare la donazione e seguire le dirette per ottenere qualcosa, bisogna presenziare, esserci, crederci.
Poi ci tiene a precisare quanto fin qui raggiunto: Quello che ha ottenuto io apro, poco molto poco, ritorno zona gialle, aperture all’aperto. Non le ha ottenute solo perché i rappresentanti hanno incontrato Durigon, Salvini, Fiano, Meloni, ma perché si sono fatte 2 manifestazioni la prima il 6 aprile a Montecitorio e poi a seguire quella in piazza san Silvestro. Si è ottenuto qualcosa, siamo diventati visibili, spiace dirlo, solo perché abbiamo alzato i toni della protesta, i toni, occorre moltiplicare i toni, si ottiene qualcosa, solo ahimè, se si alzano i toni in modo intelligente provocando un disagio a Roma, dove ci sono quanti decidono per noi. Questo è l’unico Unico modo sono 14 mesi che proviamo in modo pacifico senza ottenere nulla, noi siamo contro la violenza, ma i toni vanno alzati. Certo che finché ci sono colleghi che ti denunciano, allora il problema che contro di noi ci siete voi. Voi colleghi, cittadini che non hanno compreso la gravità sociale ed economica.
Non credo la gente sia cattiva, ma credo fortemente che sia stupida. Le associazioni di categoria ci affossano, ci stiamo rendendo conto della Pochezza dei sindacati, delle associazioni di categorie. Associazioni dovrebbero essere fatte dei commercianti, baristi, ristoranti non dai rappresentanti delle categorie, persone che non hanno magari mai lavorato in un bar o in un ristorante e nulla sanno delle nostre difficoltà economiche attuali.
Al momento ci hanno dato il contentino con le finte riaperture serali entro le 22, in zona gialla e solo all’aperto, ma ci si può accontentare? Per fortuna chi ha aderito a IOAPRO, può tenere aperto anche al chiuso, anche se si lavora poco, specie a pranzo. A chi propone in diretta, attraverso i commenti, lo sciopero fiscale, Umberto affranto risponde: Io sto facendo sciopero fiscale da 1 anno, è uno sciopero obbligato non arrivano ristori, sono elemosina.
Allora io non riesco a capire cosa impedisca di aprire tutti insieme per una lotta comune? O si è Meno disperati di quello che la gente pensa e di quello che io penso, perché non è possibile.
Poi conclude: La fame arriverà dopo che sarà finita la parentesi pandemia, i nodi verranno al pettine, mutui, bollette, fornitori, affitti, sarà poi evidente il disastro economico degli ultimi 12 mesi. Ma sarà troppo tardi, bisogna farci sentire ora, se 50 mila si presentassero sotto Roma, qualcosa a partire dai pass vaccinali, dal coprifuoco, dalla conta dei contagi e dei tamponi giornalmente cambierebbe, ne sono certo.
Ma finché nulla cambia e quei pochi che hanno il coraggio di aprile per sopravvivere vengono segnalati e multati da altri colleghi meno coraggiosi o dagli stessi cittadini o dalle associazioni di categorie, beh allora davvero ci meritiamo di essere distrutti