La valutazione dei primi programmi nazionali di misure per controllare le emissioni atmosferiche non è sicuramente positiva: è stato rilevata l’urgente necessità di migliorare l’attuazione delle nuove norme europee in materia di aria pulita. L’opinione tra i responsabili della tutela dell’ambiente in Commissione Ue è che gli Stati membri debbano al più presto intensificare gli sforzi in tutti i settori per garantire ai cittadini aria pulita e prevenire malattie respiratorie e decessi prematuri causati dall’inquinamento atmosferico.
Sulla questione si è espresso Virginijus Sinkevičius, Commissario responsabile per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, che ha dichiarato: “Questa relazione ci manda un messaggio chiaro: in tutta Europa, troppe persone sono ancora in pericolo a causa dell’aria che respiriamo. Servono misure più efficaci per ridurre l’inquinamento in numerosi Stati membri e affrontare il problema delle emissioni atmosferiche in tutti i settori, compresi l’agricoltura, i trasporti e l’energia. Mai momento è stato più propizio ai cambiamenti: investire in un’aria più pulita significa investire nella salute dei cittadini e nel clima ed è ciò di cui ha bisogno la nostra economia per ripartire. Questa è la logica alla base del Green Deal europeo ed è la logica di cui ha bisogno l’ambiente.“.
Secondo la prima relazione della Commissione per valutare l’attuazione della direttiva sugli impegni nazionali di riduzione delle emissioni pubblicata oggi, la maggior parte degli Stati membri rischia di non rispettare i propri impegni di riduzione delle emissioni per il 2020 o il 2030.
Sebbene alcuni Stati membri seguano buone pratiche che dovrebbero essere fonte di ispirazione per gli altri, la relazione dimostra la necessità di ulteriori misure per ridurre l’inquinamento atmosferico. La Commissione continuerà a monitorare e a sostenere gli sforzi nazionali in tal senso, tramite strumenti finanziari e non finanziari. Il settore dell’agricoltura richiede particolare impegno per ridurre le emissioni di ammoniaca, che rappresentano l’ostacolo più diffuso e grave all’attuazione in tutta l’UE.
Un’efficace attuazione della legislazione in materia di aria pulita costituisce un contributo essenziale all‘obiettivo “inquinamento zero per un ambiente privo di sostanze tossiche“, annunciato dalla Commissione nel quadro del Green Deal europeo e delle iniziative correlate. Le sinergie con le politiche in materia di clima ed energia devono essere potenziate e valutate nuovamente, in linea anche con l’approccio del Green Deal europeo.
Oltre alla relazione sull’attuazione, la Commissione ha pubblicato oggi anche l’analisi, elaborata dai suoi consulenti, dei programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico e delle proiezioni delle emissioni di ciascuno Stato membro, nonché una relazione orizzontale a livello di UE in cui sono raccolte tutte queste informazioni.
Va ricordato che la direttiva sugli impegni nazionali di riduzione delle emissioni, entrata in vigore il 31 dicembre 2016, ad oggi rappresenta il principale strumento legislativo per conseguire gli obiettivi del programma “Aria pulita” per il 2030. Se questa direttiva venisse attuata pienamente, ridurrebbe di quasi il 50 % l’impatto negativo dell’inquinamento atmosferico sulla salute entro la fine del decennio e apporterebbe benefici significativi per l’ambiente e il clima.
La direttiva stabilisce impegni nazionali di riduzione delle emissioni per i periodi 2020-29 e obiettivi più ambiziosi per il periodo dal 2030 in poi per cinque importanti inquinanti atmosferici: ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili non metanici (COVNM), biossido di zolfo (SO2), ammoniaca (NH3) e particolato fine (PM2,5).
La conformità agli impegni di riduzione delle emissioni del 2020 sarà verificata nel 2022, anno in cui saranno disponibili gli inventari delle emissioni per l’anno in questione.