“È violenza contro le donne ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà”. Così recita l’art 1 della dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne. E in occasione dell’odierna Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una delle migliaia di vittime, Gessica Notaro, ex concorrente di Miss Italia, ha lasciato la parola sull’argomento a un video, postato sulla sua pagina Facebook, mentre Lucia Annibali, avvocatessa, e deputata di Italia Viva, sfigurata dall’acido su commissione del suo ex fidanzato Luca Varani, ha ricordato il convegno sulla violenza economica, promosso dal gruppo di Italia Viva alla Camera.
“Si tratta di una forma di violenza di cui si parla poco, molto diffusa, difficile da riconoscere e che tiene la donna in una condizione di subordinazione e dipendenza. I dati non ci aiutano a fotografare pienamente il fenomeno poiché molto spesso questa forma di violenza si mischia con gli altri tipi di abusi sulle donne. Ma è quella che molte volte le tiene in scacco, si riflette sul loro futuro e su quello dei loro figli che rischiano di trovarsi in una situazione di povertà ed esclusione sociale grave. Dalla limitazione dell’attività lavorativa, al depauperamento del patrimonio, fino all’occultamento doloso delle risorse patrimoniali e il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento, diverse le forme in cui la violenza economica si manifesta. È fondamentale, in questo senso, agire sul fronte della prevenzione e attraverso misure che riducano in modo significativo l’asimmetria di potere economico tra uomini e donne presente nella nostra società di cui la violenza si nutre. Così come è necessario potenziare gli strumenti di welfare a sostegno dei percorsi di libertà e di autonomia delle donne. Di tutto questo parleremo domani con illustri relatrici”, ha scritto Lucia Annibali.
Sono allarmanti i numeri sulla violenza contro le donne, e “Contro la vostra violenza, la nostra rivolta!” è la manifestazione andata in scena per le strade del centro storico di Roma sabato scorso in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne di oggi. Ogni 72 ore in Italia una donna viene uccisa da una persona di sua conoscenza, solitamente il suo partner; tre femminicidi su quattro avvengono in casa; il 63% degli stupri è commesso da un partner, o ex partner. «La violenza sulle donne non smette di essere emergenza pubblica e per questo la coscienza della gravità del fenomeno deve continuare a crescere. Le donne non cessano di essere oggetto di molestie, vittime di tragedie palesi e di soprusi taciuti perché consumati spesso dentro le famiglie o perpetrati da persone conosciute», afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sottolineando che ogni donna deve sentire le istituzioni vicine.
“In Parlamento abbiamo approvato una mozione per il contrasto alla violenza di genere, a mia prima firma e condivisa da tutta la maggioranza, per avere un approccio più organico e completo e non solo sulla scorta dell’emergenza. Ma non basta. Fortunatamente la ministra Bonetti è già al lavoro, a partire dallo stanziamento di 30 milioni di euro alle Regioni per i centri anti-violenza. Ora ci auguriamo che il decreto sia calendarizzato nella prossima seduta della Conferenza Stato Regioni. È stata, inoltre, riattivata la cabina di regia e, dopo gli incontri con le associazioni, è stato dato un nuovo slancio all’attuazione del Piano nazionale antiviolenza. Quel Piano è stato il frutto di un lavoro largo e condiviso, fatto di politiche integrate e trasversali, costruite attraverso il dialogo tra il governo e l’associazionismo di riferimento. La prevenzione resta comunque l’arma migliore di contrasto perché la violenza contro le donne è anche un problema maschile, e solo attraverso la scuola, l’educazione e il coinvolgimento degli uomini si può costruire una cultura del rispetto delle donne”, riporta Lucia Annibali su Facebook.
La Giornata, istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1999, ha visto come testimonial della campagna 2019 contro la violenza sulle donne dell’Istituto Interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia l’attrice Melania Dalla Costa e il fotografo Dimitri Dimitracacos. “Io non sono più io”, lanciata in questo giorno, ha come tema per il 2019 l’uguaglianza di genere, e rappresenta una chiamata collettiva contro lo stupro. «Ho deciso di partecipare a questo prestigioso progetto, e sono onorata di farne parte, perché con tutte le mie forze ed il mio cuore voglio aiutare chi soffre e per non dimenticare che il 25 novembre del 1960, furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana», ha detto Melania Dalla Costa.
Ieri, domenica 24 novembre, l’ultima vittima di femminicidio vicino a Palermo veniva annunciata dal presidente della Camera Roberto Fico, ricordando i 95 episodi simili, registrati da inizio anno. Oggi, dunque, prima una panchina rossa nel cortile di Montecitorio, poi la facciata del palazzo illuminata di arancione daranno luce alla campagna “Onu Orange the world”. In questo modo la Camera dei deputati celebra nel pomeriggio la giornata internazionale contro la violenza alle donne, con due eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. La panchina sarà installata alle ore 15.30 nel cortile d’onore di Montecitorio, grazie all’approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno al bilancio della Camera che è stato presentato dalla vicepresidente Maria Edera Spadoni e sottoscritto dai vicepresidenti Mara Carfagna, Ettore Rosato e Fabio Rampelli. Il progetto “panchine rosse” degli Stati generali delle donne è stato vincitore del bando indetto nel 2017 dal ministero delle Pari opportunità, e consiste nel dipingere di rosso alcune panchine nei parchi e nelle vie delle città, in ricordo delle vittime di femminicidio. Tutte le panchine – compresa quella di Montecitorio – riportano il numero nazionale antiviolenza 1522, perché, oltre che un momento di riflessione, vogliono essere uno strumento utile. Alle ore 18 toccherà alla facciata del Palazzo. L’iniziativa rientra nella campagna di sensibilizzazione internazionale delle Nazioni unite in cui il colore arancione simbolizza un futuro più luminoso, libero dalla violenza.
Simona Cocola