Continuano a correre i prezzi dei beni energetici e degli alimentari
L’Istat ha reso noto il dato definitivo del caro vita per il mese di marzo. I prezzi sono aumentati, rispetto allo stesso mese del 2021, del 6,5%, un dato leggermente inferiore alla stima preliminare (+6,7%) ma comunque a livelli record. A febbraio l’indice aveva fatto segnare un +5,7%. E le associazioni dei consumatori stimano una stangata da 2000 euro all’anno per le famiglie.
In realtà il calo rispetto alla stima preliminare si spiega con l’ultimo intervento del governo, cioè la riduzione di 25 centesimi al litro delle accise sui carburanti, che quindi ha funzionato. Il provvedimento è scattato il 22 marzo, provocando la riduzione del dato dello scorso mese. I miliardi messi dallo stato contro il caro bollette già a partire da ottobre scorso hanno in effetti raffreddato i prezzi. L’inflazione in assenza di interventi sarebbe stata del 7,5%.
Dunque è ovviamente il caro bollette a trainare la crescita dei prezzi al dettaglio. I beni energetici sono aumentati del 50% rispetto a 12 mesi fa. La componente regolamentata è addirittura raddoppiata. Su anche i prezzi dei generi alimentari, soprattutto quelli non lavorati (+8%), ovvero quelli freschi. Altro dato preoccupante, le famiglie più colpite sono quelle a basso reddito, precisa l’Istat. “Nel primo trimestre 2022 l’impatto dell’inflazione è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati (+8,3% e +4,9% rispettivamente)“.
Le associazioni di consumatori hanno già stimato in più di 2000 euro all’anno la stangata per la famiglia media italiana. Alcune parlano addirittura di 2500 euro, cioè circa 200 euro in più al mese.