• 2 Novembre 2024
  • ATTUALITA'

In piedi Signori, davanti a una Donna

Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna.

William Shakespeare

Mulieres solutae, mulieres nuptae, puellae, single, coniugata, fanciulla, non c’è distinzione. Dietro l’angolo è in agguato l’orrore della violenza contro le donne, il cui volto più feroce è il femminicidio. Non che nel corso della storia sia mai tragicamente mancato. È, tuttavia, difficilmente contestabile che attualmente il fenomeno sia molto ricorrente ed in continua crescita: una vera e propria piaga. E scrivo il fenomeno pour cause. È, infatti, un vero e proprio fenomeno criminale, come quello mafioso, il narcotraffico, la tratta degli esseri umani e così via.

Per comprenderne genesi e natura – ubi consistat, in una parola – occorre considerare che l’uccisione di un uomo è detta omicidio e muliericidio, quella di una donna. E il femminicidio? È un semplice sinonimo? Tutt’altro, la definizione vale a comprendere, intus et in cute, la differenza fattuale e ontologica del reato  di femminicidio. Se in una sparatoria in un supermercato rimane uccisa una commessa si parlerà dell’assassinio di una donna, di un muliericidio. Perché non di femminicidio? Perché il femminicidio è aliud. È la soppressione violenta di una donna da parte di un uomo con cui la vittima ha un legame.

Una moglie, una convivente, un’amante, una fidanzata, che decide di porre fine al rapporto, può scatenare una rabbia feroce che provoca una reazione letale. E qual è il meccanismo alla base di siffatta reazione? È la non accettazione della decisione della donna, che l’uomo considera “res sua” e non intende esserne spossessato. Ecco allora l’in sé del reato di femminicidio, che è delitto contro la persona e, al contempo, contro la società, contro l’assetto sociale. E questo ultimo profilo appare chiaro quando il delitto diventa così numeroso da costituire un fenomeno criminale. Chiuso il cerchio del ragionamento, in juridicis ac sociologicis, resta da vedere quale sia la politica criminologica da adottare contro un simile delitto tanto ingravescente.

Donna
Le “scarpe rosse” sono diventate il simbolo della lotta alla violenza sulle donne

Il reato di femminicidio non pone, generalmente, problemi di particolari indagini. Il colpevole è, quasi sempre, noto e reperibile. Le questioni cominciano quando si inquadra il contesto e la condotta della vittima, che magari ha denunciato – e non una sola volta – le violenze e i maltrattamenti posti in essere dal partner. E quali difese sono state approntate per la sua tutela? Spesso nessuna, per cui, dopo aver sporto denuncia, la donna torna a casa, dove ritrova il denunciato.

È pur vero che, quando il fenomeno s’è fatto allarmante, si sono attivati gruppi di volontariato e non solo e si sono, in taluni casi, apprestati alloggi provvisori, per allontanare la vittima. Tuttavia non può sottacersi che si è ben lontani da una effettiva presa in carico ad opera delle istituzioni (è un problema sociale) per prevenire efficacemente il femminicidio, ponendo mano ad un sistema organico di protezione (magari con uno sguardo alle famiglie dei pentiti per mafia).

Se la potenziale vittima di femminicidio non riceve una adeguata tutela che faccia da baluardo efficace nei confronti del partner, il problema non si risolverà e nessuno sarà legittimato a lamentare che le donne non denuncino e non siano esortate a denunciare: voci fuor d’opera e dissonanti, voci che sovente recano l’eco, insistente, di un maschilismo mai definitivamente superato.

La pubblicazione dell’articolo è stata gentilmente concessa dal settimanale ‘Il Ticino‘, che ringraziamo sentitamente per la collaborazione.

Dott. Gustavo Cioppa, Magistrato già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia

Gustavo Cioppa

Dott. Gustavo Cioppa, Magistrato già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia.

52 risposte a “In piedi Signori, davanti a una Donna”

  1. Eccellente Dottor Cioppa, un articolo che spiazza una collocazione politica convenzionale. Politica, che è colpevole, tutta, delle tristi immagini che lei richiama. Resta pur sempre, al di là dei volgari e ripugnanti misfatti, la enorme problematica di svolgere la vita umana in modo spesso diametralmente opposto ai canoni millenari. Assieme allo stravolgimento della modernità sono sorti modi e conseguenti problemi mai avuti prima. Tutto è o sta cambiando e non si vede una fine se non forse un annientamento definitivo. Mi spiace questo mio taglio leopardiano, ma c’è chi vede invece più.. il miglioramento. Spero di sbagliarmi. Con molta stima, Duccio Castelli

  2. Tra le molte forme di violenza di genere il femminicidio si distingue per essere retaggio di un atteggiamento di matrice patriarcale e maschilista, nel senso più deteriore del termine.
    Verissime, fortissime e drammatiche le parole con cui Gustavo riassume un tale reato, che mira alla “subordinazione di genere” ed è finalizzato ad “annientare l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico della donna in quanto tale”.
    Una riflessione quanto mai attuale che impone una revisione urgente del sistema di prevenzione.

  3. Illuminante articolo che evidenzia una complessa problematica sociale e familiare che vede quale vittima la donna. Il tema è di grande attualità ed è veramente auspicabile che lo Stato si adoperi a difendere le vittime e denunzianti di tali orrendi soprusi. Il maschilismo è la base psicologica che trae origine da retaggi sociali di infimo ordine ma che trova anche purtroppo in ambienti medio alto borghesi una sua espressione a danno delle mogli e madri.

    Grazie al dott. Cioppa per avere ben evidenziato con estrema intelligenza la tematica in questione che deve trovare soluzioni importanti di difesa delle donne che subiscono quotidianamente tali violenze.

  4. Questo articolo è’ un importante monito per tutti a considerare la gravità ‘ del fenomeno del femminicidio sempre più dilagante. Le cause sono molteplici e non facilmente eliminabili.
    Occorre che le istituzioni si facciano carico di prevenire e reprimere con durezza i responsabili di questi atti gravissimi che hanno conseguenze drammatiche per la società intera.

  5. Questo articolo mi ha davvero colpito perché analizza con lucidità il fenomeno così grave e dilagante del femminicidio e ne mette in luce le cause.
    Giustamente l’articolista sottolinea che lo Stato non si fa carico come dovrebbe del problema : non protegge le donne che denunciano e spesso non reprime in modo rigoroso il responsabile di quell’atto così odioso.

  6. L’articolo si legge tutto d’un fiato, va oltre ogni aspettativa convenzionale su un argomento sempre attuale, ahimè. I suggerimenti che si leggono offrono un barlume di speranza, ma concordo, le inspiegabili tare sociali sono ancora troppo radicate e spesso riemergono anche in comunità che sembravano aver superato le barriere del conformismo. Grazie Gustavo

  7. Il garbo e la gentilezza che Gustavo Cioppa utilizza per rappresentare una realtà importante e attuale sono, ancora una volta, sintomo della sua attenzione verso le situazioni presenti nella nostra società.
    Importante è che l’attenzione verso un fenomeno simile sia sempre presente per sensibilizzare ognuno di noi al rispetto e alla valorizzazione della persona.
    Si deve sempre vigilare su questo ed essere veicolo di informazione e cultura, proprio come l’articolo di Gustavo Cioppa suggerisce.

  8. Purtroppo ha proprio ragione Dottor Cioppa,il femminicidio esiste dalla nascita dell’umanità.
    Nel corso dei secoli si è evoluto nelle forme più atroci. Lo troviamo nei racconti passati,lo viviamo ancora oggi, è un fenomeno di violenza,omicidi,maltrattamenti..la donna pur essendo arrivata con fatica ad avere successo nella società subisce ancora pagando spesso con la vita . Molte volte nessuno interviene nonostante denunce e richieste d’aiuto.
    Grazie per aver trattato questo argomento con così tanto trasporto e rispetto,grazie perché una voce che grida “in piedi di fronte a una donna” ne aiuterà molte a rialzarsi.

    Francesca den Hollander

  9. Non credo serva rievocare donne intelligenti e coraggiose per alzarsi su invito di Gustavo Cioppa. La femmina è vittima di un reiterato posizionamento sociale subordinato al maschio. Il rispetto per la donna non solo relegata al focolare ma come contenitore di valori e di pensiero, di competenza e determinazione , quel rispetto non la colloca ormai più da tempo nel ruolo biblico:”Dio il Signore fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d’essa. Dio il Signore, con la costola che aveva tolta all’uomo, formò una donna e la condusse all’uomo” (Gn 2:21,22). “ quelle origini che hanno prodotto al maschio deliri di possesso e violenza. Frequenti. Troppo frequenti. La donna esprime sempre di più la propria personalità al di fuori della casa, attraverso attributi che la contraddistinguono e che nessuno può più contrastare. Si chiamino essi talebani o cattolici, maschi alfa o mariti gelosi. Il destino era segnato da molto tempo e già Federico ( Nietzsche) ci ammoniva che “ le redini del mondo sono nelle mani di chi dondola la culla”.

  10. Un articolo che giorno dopo giorno sirivela sempre più attuale. In questa “strage di innocenti”, mi pare necessario porre questo argomento sempre in primo piano, perché certi messaggi devono arrivare al cuore delle persone, che possono e devono fare qualcosa per fronteggiare questa forma di criminalità, veramente abietta e spregevole. Gli organi di stampa svolgono un ruolo essenziale in questa battaglia che appare lunga e difficile.

  11. Leggendo questo appassionato articolo ho avuto occasione di ripercorrere le mie esperienze sia familiari che sociali nei riguardi della donna in generale
    Mi sono sempre imbattuto in famiglie che spesso non avevano adeguato rispetto per la donna sia essa madre o sorella.la mia famiglia per fortuna al contrario è nata sana e rispettosa della donna e quindi la mia personale esperienza mi ha aiutato sempre a comprendere la importanza del ruolo della madre,moglie come della sorella nei rapporti familiari.
    Esempio fantastico mia madre che per tutta la vita si è immolata per il marito e per i suoi figli e nipoti.noi siamo stati fortunati ma la degenerazione sociale maschilista incombe spesso con violenta determinazione e prevaricazione arrivando anche ad efferati crimini
    Grazie Gustavo per questi spunti di grande spessore sociale e giuridico

  12. Complimenti per l’articolo come sempre appassionato che focalizza una problematica molto attuale che però trova le sue radici e retaggi in società con mentalità retrograda e maschiliste che conducono anche al femminicidio.
    Senza infatti una adeguata educazione familiare e senza un insegnamento di rispetto per la madre, donna,figlia e sorella non si ottiene un nucleo familiare sano e capace di formare l’uomo ad essere padre e marito esemplare
    Alla educazione familiare deve accompagnarsi nelle scuole una educazione radicalizzata nel massimi rispetto per le donne siano esse madri,figlie, mogli e sorelle.
    Oltre a ciò lo Stato deve essere sempre presente a tutela delle donne sottoposte a violenze psicofisiche anche gravi o gravissime.
    Prevenzione ma anche pronta applicazione delle pene per i rei dei delitti contro la persona femminile

  13. La violenza sulle donne è sicuramente, da un punto di vista criminale, uno dei più gravi delitti che ci possa essere. è necessaria sia una operazione culturale a livello capillare sia una azione di prevenzione, in modo tale da impedire che il singolo episodio di violenza sfoci in un evento più grave.

  14. Molto bello questo articolo, soprattutto di questi tempi si dovrebbe essere sempre più accorta alla difesa dei diritti delle donne ed alla valorizzazione del ruolo delle done nella società… invece., purtroppo , attualmente sembra che l’umanità stia guidando in retromarcia su questi temi…

  15. Un articolo che poteva essere scritto solamente da una persona dotata di due importanti valori: il rispetto e la gentilezza. Ogni tipo di violenza fisica, psichica e verbale non fa altro che portare la nostra società verso un nuovo medioevo sociale. E i violenti attaccano sempre e solo i soggetti più deboli, per questo vanno fermati, isolati e riportati alla ragione, insegnando loro ad essere persone più belle, serene e gentili.

  16. Questo articolo ha il peculiare pregio di analizzare le problematiche più intime connaturate al femminicidio. Non basta, però, solo evidenziare il problema attraverso l’informazione (che peraltro è sempre molto utile), ma occorre intervenire in maniera radicale e diversa da quanto fino a ora si è fatto. Non si può attendere che le donne vengano uccise per poi rammaricarsi di quanto è successo. La vera soluzione per contenere il fenomeno è la prevenzione, che deve partire dalle scuole e dalla famiglia per trovare, poi, adeguata tutela negli organi dello stato.

  17. È necessario cambiare questo tipo di mentalità che è radicata nella nostra società. Non va dimenticato, a proposito della condizione della donna nel nostro Paese, che le donne hanno votato solo dopo il 1946 e che sono riuscite ad accedere alla carriera della Magistratura successivamente al 1963. Tutto ciò è significativo di quanto il cammino per la parità con l’uomo sia stato ed è ancora arduo, anche per i Paesi occidentali.

  18. Dobbiamo fermare assolutamente questo “eccidio” che è diventato routinario e che non desta quell’allarme sociale che si impone dinanzi a episodi criminali così gravi. Nessuno può girarsi, quando accadono questi fatti, dall’altra parte. Tutti abbiamo il dovere di essere “sentinelle” di questi fenomeni criminali e di contrastarli prima che arrivino a drammatiche conseguenze.

  19. L’articolo è puntuale e pertinente come tanti altri del Dott. Cioppa, mette in evidenza un grandissimo problema purtroppo ancora di triste attualità. Una voce importante ed autorevole come la sua sicuramente troverà eco. C’è ancora tanta strada da fare su questo tema, sicuramente il suo apporto servirà e troverà grande apprezzamento da parte di tutto il mondo femminile, spesso ancora ingiustamente poco considerato.
    Complimenti Dott. Cioppa

  20. Come donna mi sento onorata che tale tema stia finalmente toccando così profondamente un uomo.Un uomo che stimo,ammiro.
    Come sopravvissuta non posso far altro che inginocchiarmi di fronte a queste parole. Quante volte l’insensibilitá altrui ha rimarcato le ferite…
    Troppe le volte in cui il giudizio è arrivato prima della compassione,la comprensione raramente.Non si può comprendere fino in fondo cosa spinga una donna a proteggere il suo carnefice.È disumano,vero,come ciò che ha subìto. Veleno e antidoto.La vergogna,il terrore,la profonda solitudine.Ho imparato e sconfitto il mostro solo affrontandolo,imparando che la persona davanti a me era solo frutto di un inganno,una maschera,molteplici maschere e nessun volto.Non fossi rimasta fino alla fine non ne sarei mai uscita.Dovevo andare a fondo e capire il perché.Spogliarmi dei sensi di colpa insinuati con la mistificazione di ogni realtà quotidiana.Nemneno le ore notturne erano risparmiate.Non ho denunciato perché ho preferito vivere.Ma ora sono libera.Non ho denunciato perché credo in Dio e nella sua misericordia.Questo non vuol essere un invito a non denunciare.Come ho premesso,sono una sopravvissuta.Non tutte ce l’hanno fatta mentre cercavano una spiegazione.
    Non è solo uno schiaffo,non è colpa vostra,non andrà meglio. Grazie.

  21. La situazione della violenza sulle donne, nonostante gli sforzi fatti da più parti, non solo resta inalterata, ma questo fenomeno criminale è sempre più pericoloso per il suo allarme sociale. Bisogna ribellarsi a questa situazione in cui la donna diventa purtroppo, come osserva Gustavo, oggetto di possesso e non un essere umano di pari dignità che va rispettato e contro cui non può e non deve essere esercitato alcun tipo di violenza

  22. Ancora una volta il dott. Cioppa mette in evidenza un problema sociale che, purtroppo, è sempre più presente nella cronaca: il femminicidio. Da esperto descrive la differenza tra omicidio, muliericidio e femminicidio che non è noto ai più ma soprattutto mette in evidenza la necessità di affrontare questo allarmante fenomeno creando efficaci supporti per le donne in stato di costrizione che ne tutelino la sicurezza- Le manifestazioni di solidarietà sono importanti ma devono essere seguite da interventi efficaci e risolutivi anche nei confronti dell’uomo violento che porta ancora il retaggio di una società maschilista e possessiva che si credeva superata nella concezione occidentale della nostra società. Chissà se l’autorevolezza dell’autore e le considerazioni dell’articolo non possano sensibilizzare le Istituzioni ad affrontare in maniera sinergica queste tematiche portando a soluzioni più efficaci.

  23. È il momento di dire basta alla violenza sulle donne. Lascia stupefatti che anche a seguito dell’evoluzione culturale purtroppo non vi sia stata quella emancipazione totale della quale la donna ha pieno e assoluto diritto. Bisogna immediatamente prendere quelle necessarie e opportune misure che consentano di prevenire tempestivamente qualsiasi episodio di violenza. Grazie Gustavo per le tue profonde riflessioni.

  24. L’articolo di Gustavo lascia come al solito un segno in chi lo legge.
    L’universo femminile deve rappresentare per tutti fonte di arricchimento e va sempre tenuto in grande considerazione. Certe volte bisognerebbe dire che la donna è al centro dell’universo e non l’uomo. Però per lo meno la donna merita di avere le stesse opportunità e lo stesso trattamento riservato agli uomini, perché nei secoli ha acquistato questo diritto con lotte dure che hanno mostrato la sua grande capacità, le sue potenzialità e il suo spirito di sacrificio.

  25. Articolo che affronta con grande lucidità e con una visione anche controtendenza il tema così attuale e così drammatico del femminicidio , divenuto negli ultimi anni un fenomeno sociale e criminale a se stante . E’ un fenomeno criminale di gravità assoluta, in continua crescita che sembra impossibile fermare almeno finché non si prosciugherà il brodo di coltura in cui si è’ profondamente radicato negli uomini, senza differenze di censo età e persino cultura. La donna, la moglie, la compagna e l’ amante sono qualcosa che l’ uomo ( quell ‘ uomo) ha in suo pieno possesso e sotto il proprio controllo.
    Le donne un tempo remissive e sottomesse si sono liberate da quel giogo e l’ uomo ( quell’ uomo) non lo può tollerare perché incide negativamente sul suo amor proprio e la sua sub cultura.
    Questa è’ la grave situazione ed e’ inutile invitare le donne a denunciare quando mancano o non sono utilizzati strumenti validi
    a proteggerli.
    A questo dobbiamo mirare : alla protezione efficace e non a chiacchiere di donne e figli. Fino ad allora smettiamola di dir loro: denunciate perché non e’ così che li salviamo finché durerà la sub cultura di base
    Grazie Gustavo
    Giovanna Gentile

  26. La violenza sulle donne è un fenomeno criminoso che aumenta giorno dopo giorno. Troppo spesso gli organi di informazione ci portano a conoscenza di crimini violenti ai danni delle donne. È necessario che vi sia una svolta culturale, che implichi una presa di coscienza da parte della collettività. Le radici di questa forma di violenza, infida e subdola, risiedono in molteplici casi in concezioni anacronistiche e prive di ogni fondamento etico che debbono essere sradicate il prima possibile.

  27. La violenza non è mai giustificata, ancor di più se mossa da intenti abietti come nel caso del femminicidio. È necessario, oggi più che mai, che le Istituzioni si prodighino a tutelare in modo effettivo le donne che denunciano una violenza, onde evitare che vi siano dei successivi aggravi.

  28. Articolo illuminante che tratta un argomento più che mai attuale e di basilare importanza. Passi avanti se ne son fatti ma siamo ancora molto lontani da una accettabile soluzione al problema.
    È comunque grazie anche ad argomentazioni così brillanti ed appassionate che si riuscirà a scuotere la coscienza degli individui in primis e delle istituzioni in seguito.

  29. Ogni articolo del dr Cioppa insegna, chiunque legga giova insegnamento e arrichisce l’anima e il sapere. Questo argomento è stato trattato negli ultimi mesi anche nell ambito sanitario dove oltre alla pandemia esiste ancora la violenza occorre risollevare la testa e gli occhi e guardare chi negli occhi ha il dolore vero di questa esperienza. Grazie dr Cioppa continui a nutrire la nostra cultura scrivendo. Silvia

  30. L’allarme sociale del femminicidio si sta innalzando giorno dopo giorno. Spetta a tutti noi riuscire a placare questo fenomeno attraverso la promozione di azioni di tutela, volte a prevenire questi atti di violenza. Come sempre, l’amico Gustavo riesce a farci vedere tutte le sfaccettature di una problematica così complessa.

  31. Bellissimo articolo che sinteticamente conferma la realtà .Complimenti! Grazie per aver dato voce ai silenti urli , inascoltati, di tante donne che giornalmente subiscono violenze verbali che spesso si trasformano in indicibili orrori. Le campagne che esortano alla denuncia sono innumerevoli ma spesso come scritto in questo articolo non trovano nello Stato un adeguata protezione. Confidiamo in un cambiamento rapido per poter salvare più Donne possibili.

  32. Splendido articolo Dott.Cioppa, quanta strada ancora da fare prima di essere considerate Donne e non persone di sesso femminile.. ogni donna nel suo piccolo, quando difende la propria dignità lo sta facendo per tutte le altre,ogni passo è sempre e comunque un passo avanti; il rispetto non è mai scontato. Speriamo tutte in un cambiamento a breve.

  33. Complimenti per l’articolo che riprende purtroppo un tema così tanto attuale: la violenza sulle donne. La pandemia, che ha costretto il mondo intero ad adottare misure di lockdown più o meno restrittive, ha solo aggravato un fenomeno che purtroppo non presenta segni di cedimento: il femminicidio. Quando si descrive l’omicidio di una donna da parte di un compagno, di un convivente mosso da gesto folle dovuto al “troppo amore” si tende spesso ad attenuare la gravità del delitto, a giustificare la violenza, ricollegandolo ad una azione patologica dello stesso. È necessario,invece, che se ne parli con forza nelle scuole, nelle famiglie per educare fin da piccoli ad una cultura improntata sul rispetto per la donna e che alla prima forma di violenza si denunci l’accaduto perché questo non degeneri in qualcosa di irrimediabile.

  34. Il femminicidio è la massima forma di violenza sulle donne. È la massima forma di violenza perché dopo che una donna viene uccisa, su di lei non si può continuare ad esercitare violenza; certo, è morta. Parlare di femminicidio, vuol dire non potere più risolvere il problema di violenza o di danno che una donna subisce; ormai è tardi. Parlare di femminicidio serve a dare un valore alla morte avvenuta, e in alcuni casi, a conferire un valore alla punizione legale per tale crimine, ma non serve ad accrescere il valore della vita che a questo punto, non esiste più. Come già espresso in questo articolo, ciò che serve è evitare il femminicidio, e questo vuol dire che è necessario un lavoro molto più approfondito che parte dalla educazione infantile, sin da piccoli, fino ad arrivare a un piano adeguato di tutela che offra un aiuto fisico, psichico ed economico, a coloro che subiscono violenza.
    Perché la violenza venga esercitata, non serve qualcosa in “concreto”. Serve soltanto una persona capace di esercitarla, e per esprimerla, basterà che l’aggressore scelga una motivazione. Nel caso dei legami affettivi, non importa che la motivazione sia reale o meno, importa come “lui” la percepisca come tale. A scatenare l’aggressione o la violenza, potrebbero esserci degli esempi come la necessità di controllo o potere, o la gelosia, o qualche insicurezza, o essere in disaccordo, o semplicemente il piacere di fare del male, o tutte queste e tante altre insieme. Una donna ( e non solo ) dovrebbe essere in grado di riconoscere qualsiasi tipo di comportamento aggressivo,  lesivo, e/o violento, e dovrebbe sapere a chi rivolgersi per essere tutelata.
    Per ultimo, e non meno importante, esiste la problematica economica. Se la vittima non ha risorse economiche per allontanarsi dall’aggressore, le possibilità di un femminicidio aumentano in modo esponenziale. A volte, denunciare l’aggressore perché dopo “legalmente non succeda nulla”, porta a tante vittime alla sofferenza silenziosa. A volte, silenziosa arriva finanche la loro morte.
    Una Società non educata non può essere una Società civile.

    “I bambini vengono educati da quello che gli adulti sono e non dai loro discorsi.”
    Carl Gustav Jung.

  35. Come molto spesso accade, il Presidente Cioppa ha espresso la sua profonda sensibilità su un tema di gravità assoluta: la violenza di genere.
    Un tema quello più in generale relativo al ruolo delle donne all’interno delle società, la cui carica distorsiva sembra appannaggio esclusivo di mondi e culture lontane. Il Presidente Cioppa, anche alla luce della sua esperienza di inquisitore, richiama le coscienze di ciascuno di noi nel non voltare il capo lontano. Nel farci comprendere che la strada da percorrere per la equiparazione di genere, è ancora molto lunga. Nel ritirare il Leone a Venezia, Benigni nel ringraziare la moglie, ribadiva che l’essenza assoluta appartiene all’universo femminile, dicendo che gli uomini sono in realtà donne che non ce l’hanno fatta…

  36. Esame di coscienza, per tutti, ciò che il Dottor Cioppa scrive è la pura e semplice verità che si trascina da millenni. La storia si intreccia col presente, sono cambiate le modalità, si è evoluto un sistema che rende quasi più facile fare del male a qualcuno. I media, i social, tutto ciò che ti permette di entrare nella vita delle persone. Continuamente sentiamo notizie atroci su donne uccise e maltrattate, la giustizia dobbiamo aiutarla tutti insieme, la giustizia non può essere l’unica difesa a questo sistema criminale. Tutti coloro che sanno e che vedono devono supportare la giustizia per prevenire che certe situazioni possano degenerare. E chi ha il dovere di intervenire deve farlo con la consapevolezza che gesti di violenza nei confronti delle donne devono essere intesi quali campanelli d’allarme, mai trascurabili.

  37. Anche oggi il TG ha dato notizia di un altro femminicidio!
    La Donna, creatura delicata, apparentemente fragile, che nell’ambito familiare adempie ai suoi doveri di madre, di moglie e di lavoratrice. Madre di tutti, eppur ancora oggi in costante pericolo. Le istituzioni provano ad aiutare, la legge prova a difendere, la Donna prova a divincolarsi ma l’ignoranza regna. La perfidia cresce, la paura aumenta e la fine purtroppo molte volte è prevedibile: il femminicidio.

  38. Già nell’anno 24 d.C. si hanno notizie di un primo femminicidio riguardante la moglie del pretore Plauzio Silvano, Apronia, deceduta in circostanze sospette.
    Vennero sostenute svariate ipotesi e i sospetti sul marito che sembrava essere il colpevole vennero fatti scemare, caso irrisolto e la povera donna non ebbe giustizia.
    Oggi questa storia sembra moderna, accade la medesima cosa. Difronte ai fatti senza prove nulla si può dimostrare.
    Avrà mai fine tutto ciò?
    Voglio crederci e lotterò al fine di migliorare l’esistenza di tutte le donne.

  39. Articolo di particolare spessore che affronta con grande lucidità il dramma sempre più incalzante del femminicidio che trova le sue radici in una subcultura di una parte degli uomini. Nell’ attesa che venga sradicata dalle nuove generazioni occorre che lo Stato intervenga con tutta la sua forza
    Complimenti al dott. Cioppa

  40. Manifesto piena condivisione al contenuto di questo importante articolo che , nell’affrontare una questione così dolorosa e grave, si concentra sull’importanza della prevenzione, quale strumento di efficacia per la rimozione di quella che è diventata una vera piaga sociale.Trovo che lo sguardo attento ad evitare il reato sia frutto di un pensiero esperto e lungimirante, al pari di tutte le altre profonde riflessioni svolte nell’articolo dal dottor Cioppa.

  41. Condivido convintamente la riflessione e l’appello di Gustavo Cioppa: In un mondo che millanta un elevato grado di civiltà e progresso, ci si scontra ancora e con troppa frequenza contro forme di violenza di genere, che raggiungono il loro apogeo con la violenza contro le donne. Fenomeno, o peggio reato, che si concretizza sia in caso di violenza fisica sia in caso di violenza psicologica.

    L’atteggiamento di ferma condanna nei confronti di tali condotte deve essere trasversale ed unire i cittadini e le istituzioni, per poter consentire di agire compatti al fine di perseguire tre obiettivi: la prevenzione del reato, la punizione dei colpevoli e la protezione delle vittime.

    Il fatto stesso che sia stata istituita una Gionata Internazionale contro la violenza sulle donne, dovrebbe indurci a comprendere la portata e l’urgenza del problema, che purtroppo è meno distante dal nostro quotidiano di quanto vorremmo poter credere.

  42. Ogni giorno apprendiamo notizia di un nuovo femminicidio o anche più d’uno. Questa violenza sempre più diffusa e sempre più feroce mi fa inorridire.
    È inammissibile che la donna non possa lasciare l’uomo con cui vive perché ha usato violenza o per altri motivi e questo la uccida brutalmente perché non riesce ad accettare la sua decisione.
    Mi spaventa questo fenomeno sempre più diffuso e spero veramente che lo Stato si adoperi per mettere fine a questi orrori.
    Mi fa sempre piacere leggere i Suoi articoli costa chiari ed incisivi.
    Complimenti!

  43. Un articolo come sempre rispondente a tematiche importanti
    Alla base vi è il rispetto per la donna, madre sorella figlia. Purtroppo le degenerazioni patologiche sia nei rapporti familiari che di coppia sono esperienza comune in questo secolo e attualmente.
    Occorre procedere a sistemi giuridici di tutela della donna denunziante che non può essere lasciata sola.
    La solitudine conduce spesso al femminicidio terribile conseguenza della carenza di tutele dello Stato.

  44. È con vero piacere che invio l’articolo “In piedi davanti ad una donna”, pubblicato dal quotidiano online “ Il Valore Italiano”, sia perché l’argomento continua a essere purtroppo attuale sia perché riproposto da una testata molto qualificata, che si occupa di tematiche che destano particolare interesse (e talvolta grave preoccupazione) nell’opinione

  45. Articolo estremamente coinvolgente e d’impatto.
    Proprio l’altro giorno girando per le vie della Città ho visto una scena che mi ha colpito. Un marito che rimproverava in maniera violenta la moglie, urlando ad alta voce, perché il bimbo si era sporcato col gelato e le gridava che era una stupida e una incapace. Che tristezza negli occhi di lei, un volto cupo e rassegnato. Un esempio apparentemente banale, ma significativo di un atteggiamento prepotente e ingiustificato. Significativo della mancanza di rispetto e di una costante sottomissione che poi, purtroppo, porta a quelle conseguenze terribili documentate quotidianamente dalla cronaca.

  46. Un’analisi puntuale che solo chi, come l’amico Gustavo, conosce bene il fenomeno della violenza nei confronti delle donne riesce a fare. E ad individuare gli strumenti per combatterla e prevenirla.

  47. Il messaggio dell’articolo è condensato nella frase magica ” in piedi davanti ad una donna” …. si ad una mamma, ad una sorella ad una figlia, ad una moglie… si in piedi con devozione e rispetto.
    Quante tare sociali ci sono e quanta arretratezza culturale che genera odio e cattiveria.

  48. Articolo davvero molto bello e profondo che tratta un tema sempre più attuale.
    Complimenti a Gustavo Cioppa che come sempre ci offre spunti di riflessione con la sua grande capacità di trattare in modo magistralmente efficace argomenti davvero complessi.

  49. Caro Gustavo ho letto le tue sagge considerazioni nell’articolo , caratterizzato da  un’accorata (e amara) consapevolezza dei ben pochi  e miseri ostacoli che un sistema di difesa sociale riesce a frapporre ad una volontà omicida.
    La difesa funziona abbastanza efficacemente contro i singoli atti di violenza, ma occorre prendere atto che nulla si può fare (come rimedi anti crimine) per evitare i femminicidi.
    Sono convinto che il clamore informativo, lungi dal dissuadere, crei, per contro, un perverso effetto “emulazione”.
    Occorre una strategia mediatica potente e diffusa che lanci un messaggio simile a quello del titolo dar tuo intervento. Sono stato educato alla regola che “una donna non si tocca neppure con una rosa”.buu
    Un abbraccio caro a te. Valeat.
    Gianfranco D’Aietti

  50. Bellissimo e nobile articolo di gustavo Cioppa. Noto all’inizio l’incipit di Shakespeare che inequivocabilmente dimostra che il problema è sempre esistito; e poi alla fine la chiosa di Cioppa con l’appello a trovare una adeguata tutela che faccia da baluardo efficace al femminicidio.

    Sante Parole!

    Sperando che non siano solo ‘lamentationes’, con ritrosia do’ il mio contributo al dibattito suggerendo che :

    1-ci vorrebbe in principio un forte’ investimento culturale’, probabilmente per minimo qualche decennio, per sminuire o demolire una incultura così maschilista e depravata( approccio che mi sembra di sinistra)

    2-che in nome di DIO e per pietà si faccia qualcosa subito per aumentare la possibilità di legittima difesa di queste donne! Armi, magari non letali per difendersi, mobilitazione legittima di parenti amici e volontari ,prevenzione intelligente .Certo non si può pensare e presumere che le forze dell’ordine possano intervenire e proteggere le vittime in tempo.(approccio che verrà considerato di destra)

    3.che si potrebbero riconsiderare gli insegnamenti di persone straordinarie come lo psicologo Luigi De Marchi(quando non segua troppo Wilhelm Reich su argomenti marziani)per un( approccio culturale) di sintesi che nel solco di una psicologia politica liberale riesca a separare in questa gente la violenza dalla sessualità! perché questo è forse il problema primario, prima dell’irreparabile ;non sono uno psicologo ma Freud, Jung,Reich,Otto Rank, non saranno vissuti invano e chissà quanti psicologi italiani potrebbero occuparsene con qualche buona speranza. Task force di psicologi per dissolvere la violenza degli stalker prima che si manifesti!

    Shakespeare è nato nel 1564;speriamo che almeno nel sesto centenario della nascita(2164) possa essere meno attuale di oggi.

    Comunque grazie Gustavo.

    Curzio Castelli

  51. Le parole di Gustavo sono di una non comune sensibilità. È una grande forma di arricchimento poter riflettere su una tematica così importante è complessa, per giungere poi ad una evoluzione culturale e societaria che possa soffocare per sempre ogni forma di sessismo.

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