Intersos, organizzazione umanitaria italiana in prima linea nelle emergenze umanitarie in cui sono coinvolte vittime di guerre, violenze e disastri naturali, in collaborazione con Unhcr, l’Ufficio dell’alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha avviato un progetto per l’identificazione e l’assistenza delle persone vulnerabili nei flussi migratori in Niger.
Intrapreso in questi giorni nella regione di Agdez, al confine con Libia e Algeria, il programma umanitario ha lo scopo di assicurare servizi di protezione fondamentali per i minori migranti e richiedenti asilo nel paese, creando spazi protetti in cui essi avranno riparo, screening medico, supporto legale, oltre all’accesso a servizi educativi. Inoltre, sempre ad Agadez, l’organizzazione si occuperà di monitorare il flusso migratorio, intercettando soprattutto donne e bambini, soggetti ritenuti più fragili.
Francesca Matarazzi dell’Emergency Unit di Intersos ha affermato che, sulla base dei dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni nel 2018, sono arrivate circa 140tamila persone, tra cui molti minori, i più eposti a possibili violenze, separazioni familiari, reclutamento come bambini e bambine soldato.
La storia recente del Niger è caratterizzata da trafficanti, commercianti, e proprietari terrieri coinvolti in attività economiche legate al passaggio dei migranti, poiché questa è stata la principale nazione di transito verso l’Europa.
Dalla fine del 2015, però, con l’applicazione della legge del marzo dello stesso anno, che ha dichiarato illegale il traffico di migranti, i canali migratori sono cambiati, facendo subire ad Agdez un collasso economico, ma, allo stesso tempo, aumentando il pericolo per le persone che scappano da questi territori.