Genova. Il 99% dei punti in cui è stata divisa la costa ligure per la stagione estiva 2020 sono balneabili, secondo il monitoraggio delle acque di balneazione condotto in Liguria da Arpal. Sino alla vigilia di Ferragosto dei 380 punti controllati dall’agenzia, 375 risultano conformi ai limiti di legge mentre cinque risultano temporaneamente non balneabili a causa di inquinamento o di ordinanze sindacali preventive.
I campionamenti vengono effettuati una volta al mese, dalla primavera all’autunno (quest’anno, a causa dell’emergenza Covid, sono cominciati a maggio e non ad aprile come di consueto) su tutti i punti di rilevazione, il cui elenco viene definito ogni anno con un decreto dirigenziale da Regione Liguria in base alle proposte dei comuni e alle valutazioni di Arpal.
Lo scopo dei campionamenti condotti da Arpal è il controllo della balneabilità e l’individuazione di eventuali criticità su tutto il litorale. Altri monitoraggi, come quello condotto ormai da molto tempo da Legambiente su un numero di punti di rilevazione minore e con frequenza inferiore, sono mirati al controllo di punti che soffrono particolari situazioni di inquinamento, sovente in zone interdette in modo permanente alla balneazione; si tratta di azioni molto utili per tracciare di anno in anno le variazioni di criticità note, ma non sono idonee a dare un’idea né precisa né sommaria della balneabilità dell’intera costa.
In base ai dati ottenuti dal monitoraggio pluriennale svolto da Arpal si ottiene anche ogni anno, a inizio stagione, la classificazione dei punti di rilevazione in quattro gradi secondo lo standard europeo (“scarso”, “sufficiente”, “buono”, “eccellente”): quest’anno il 91% dei siti liguri sono stati classificati come “eccellenti”, il 98% sommando anche quelli classificati come “buoni”.