In uscita nelle librerie in questo mese di maggio il libro che la giornalista Carola Vai ha dedicato alla vita di una delle più grandi scienziate italiane, Rita Levi Montalcini. Si tratta della prima biografia completa sul Premio Nobel per la Medicina. Tra le pagine di “Rita Levi-Montalcini. Una donna libera”, edito da Rubbettino, si racconta della forte intesa amichevole, e forse amorosa, che nacque con Renato Dulbecco, biologo e medico italiano, anche lui Premio Nobel. Si conobbero a Torino, nell’ambiente universitario, iniziando un rapporto che è resistito al tempo, fatto di sogni, speranze, progetti, difficoltà, e anche allontanamenti.
Chi era Rita Levi-Montalcini? Una visionaria, determinata, intraprendente donna nata nel 1909, vissuta fino a 103 anni attraversando un secolo, e che assistette ai cambiamenti, alle guerre, ma non si fermò mai, mossa da un fuoco sacro che era la scienza. Divenne senatrice a vita, incontrò papi, presidenti degli Stati Uniti, e della Repubblica Italiana, re, regine, capi di governo. E, per quanto la sua immagine pubblica mostrasse di lei la parte forte e indipendente, il libro la presenta anche come una donna che ha amato molto. Si trovano in questo scritto, infatti, brani di lettere ai familiari in cui la scienziata ammette l’esistenza di questo amore mai dichiarato, ma nemmeno nascosto per il collega.
Ritrovatisi al termine della guerra, Dulbecco si era sposato, al contrario di Montalcini, che aveva scelto di non avere legami per dedicarsi totalmente alla ricerca, anche se, avvicinandosi ai 90 anni, confessò: «Dulbecco innamorato di me? Si diceva, ma non credo, eravamo molto amici, e così siamo rimasti. Un rapporto di amicizia speciale, particolarmente intenso, che è durato tutto il tempo. E che continua anche oggi. Sono io che gli ho fatto iniziare gli studi in fisica». Morirono nello stesso anno, a distanza di dieci mesi l’uno dall’altro, e, con loro, il legame che li unì.
Simona Cocola