SAVOGNA. Parla ai potenti del mondo la sedicenne attivista svedese Greta Thunberg, chiedendo di ascoltare gli scienziati riguardo il modo migliore di agire sui cambiamenti climatici. «Vogliamo la giustizia climatica ora» hanno gridato i giovani manifestanti belgi ieri, nel settimo giovedì di manifestazioni. E anche l’Italia non è da meno con gli studenti del coordinamento italiano dei #FridaysForFuture (gli scioperi per il clima) che stanno facendo rete e manifestando da qualche mese, seguendo l’esempio di Greta, in vista del 15 marzo 2019, giorno in cui è stata indetta una marcia internazionale per il clima.
Tra i giovani italiani difensori di Madre Natura c’è anche il friulano Aran Cosentino, che si è battuto per non far costruire una centralina idroelettrica sull’incontaminato torrente Alberone nel comune di Savogna, in provincia di Udine, dove vive. Aveva solo 14 anni quando nel 2016 scoprì in Internet l’esistenza di un progetto di realizzazione di un impianto mini idroelettrico sul torrente, nei pressi della propria abitazione.
Cosa fare? Il giovane si adoperò subito, creando un gruppo su Facebook, il comitato “Amici del torrente Alberone”, prendendo contatti, e vincendo dopo anni la sua battaglia. «Stiamo distruggendo gli ultimi luoghi rimasti intatti nelle Alpi per una produzione elettrica ridicola. Se non ci fossero gli incentivi, nessuno investirebbe nelle centraline», dichiarò Aran, che nel 2017 ricevette il riconoscimento “Bandiera verde – Buona pratica nel territorio alpino”, consegnatogli dal presidente di Legambiente del Friuli Venezia Giulia Sandro Cargnelutti.
Sul profilo Facebook del ragazzo si legge: Cammino per nuove destinazioni sconosciute e misteriose, ascolto il suono dell’acqua che scorre accanto ai miei piedi e ringrazio la natura per tutto questo. Osservo il cambiamento della natura percepibile dai nostri sensi e lo esprimo attraverso i miei scatti.