Sarà uno degli ospiti attesi a Pordenonelegge, il festival letterario in programma dal 18 al 22 settembre prossimo, lo scrittore ungherese Imre Oravecz, autore di “Settembre 1972” (Edizioni Anfora, traduzione di Vera Gheno). Il romanzo in versi fu pubblicato per la prima volta nel 1988 in Ungheria, divenendo in poco tempo un caso letterario. La storia tratta di un uomo e una donna che si innamorano, si sposano, diventano genitori, ma poi si separano perché la donna non tollera essere di qualcuno, come fosse una proprietà.
Sicuramente uno dei più grandi capolavori della poesia d’amore ungherese del Novecento, come dichiarato dall’autore Péter Sárközy, in Settembre 1972 la prima persona singolare, la voce che guida ogni capitolo, ricorda il diario, il monologo, il romanzo di ricordi. Oravecz percorre l’intera strada tra l’intimo e il sofferto, sottolineando le varie sezioni dei sentimenti, ma tutto è rappresentato senza sentimentalismo, con l’uso di un’espressione linguistica originale, oggettiva, crudele, e distaccata.
Nato nel 1943 in Ungheria, Imre Oravecz è poeta, scrittore, e traduttore. In passato ha rivestito la carica di consigliere presso la presidenza dei ministri nel primo governo ungherese eletto democraticamente. Ha inoltre lavorato come redattore per diversi giornali, e come docente universitario presso l’Università Cattolica di Budapest. Tra i riconoscimenti letterari ricevuti, il Premio Kossuth (2003), il Premio Prima (2015) e il Premio Aegon (2016).