La Digos di Macerata, Roma e della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, ha arrestato 3 soggetti con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con l’aggravante della transnazionalità.
Eseguite anche 44 perquisizioni nei confronti di 18 indagati per vari reati e di altre 26 persone, risultate collegate all’organizzazione criminale. Tutti gli indagati sono residenti nelle province di Ancona, Fermo, Ferrara, Catanzaro, Modena, Macerata, Siracusa e Verona.
L’operazione è stata chiamata “Wet shoes” per una conversazione intercettata dagli investigatori nel corso di uno sbarco di clandestini avvenuto a Mazara del Vallo, Trapani, in cui uno degli arrestati dichiarava di aver paura di essere controllato dalla Polizia con a bordo stranieri che avevano ancora le “scarpe bagnate”.
Gli agenti sono riusciti a ricostruire una fitta rete criminale in grado di gestire l’approdo clandestino sulle coste siciliane di stranieri, soprattutto nordafricani, e di fornirgli il supporto logistico e le coperture per ottenere la documentazione necessaria a favorire il loro trasferimento nei Paesi in area Schengen.
Le indagini hanno permesso di riscontrare come, tra gli stranieri intenzionati a raggiungere lo spazio europeo, ci fossero anche persone collegate ai combattenti della Jihad. L’operazione si è sviluppata a seguito delle indagini della Digos di Roma, compiute nel 2016, all’alba dell’attentato terroristico compiuto a Berlino dal terrorista Anis Amri e che sfociarono in 5 arresti per reati collegati al terrorismo internazionale.
Tra i siti su cui si è appuntata l’attenzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, vi è anche un Centro di Assistenza Fiscale – Caf nel Maceratese e un casolare nelle campagne della stessa provincia, meta abituale di stranieri giunti in Italia in stato di clandestinità