• 23 Dicembre 2024
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Il virologo Bassetti e i dubbi sulle distanze tra passeggeri in aereo

Il celeberrimo infettivologo con un post su Instagram si è domandato per quale motivo a bordo di un aereo si possa stare a meno di un metro di distanza e in altri luoghi (anche all'aperto) non sia consentito. La risposta è semplice: filtri HEPA.

Sfido qualsiasi italiano a non conoscere Matteo Bassetti, primario del reparto di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova e infettivologo tra i più noti a livello nazionale, considerato da molti una delle principali figure chiave nella lotta al Covid in Italia.

Si può affermare senza alcun ombra di dubbio che Bassetti sia entrato a far parte della ristretta cerchia di esimi professori, virologi e medici capaci di riscuotere un grande successo mediatico a seguito dello scoppio della pandemia, un fenomeno che è strettamente collegato alla voglia degli italiani di conoscere il parere dei luminari della medicina. Un bisogno che televisioni, radio e giornali (cartacei e web) sono stati bravi ad intercettare dando enorme spazio alle loro opinioni in merito a questioni come la gestione dell’emergenza sanitaria, i vaccini e molto altro.

Virologi e infettivologi spesso vittime di attacchi e minacce da parte degli haters

Ad onor del vero va anche sottolineato che molti esperti, compreso lo stesso professor Bassetti, dopo aver esposto le proprie idee pubblicamente sono state vittime di attacchi e minacce sui social da parte di alcune persone che non la pensavano allo stesso modo. Fatti deprecabili che vanno condannati in quanto il diritto di esprimere liberamente la propria opinione è sancito dalla costituzione, mentre l’offesa e la minaccia no.

Matteo Bassetti su Instagram: “Perché in aereo i passeggeri ad un metro di distanza e allo stadio no?”

Ma a parte le derive estreme da parte degli haters seriali molti lettori de Il Valore Italiano ci hanno segnalato un post pubblicato ieri su Instagram da Bassetti, che sulla sua pagina vanta ben 125mila followers, durante un viaggio in aereo. Il componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria si chiedeva per quale motivo i passeggeri di un aereo potessero stare seduti a distanza molto ravvicinata mentre in attività come ad esempio cinema, teatri e allo stadio non fosse consentito.

Nel post si legge: “Dopo la mattinata in ospedale e soprattutto dopo più di un anno torno a prendere un aereo per Roma. Tutti seduti con mascherine uno vicino all’altro a meno di un metro. Ma perché in aereo si può e al cinema, a teatro o allo stadio (tra l’altro all’aperto) non si è potuto fare per più di un anno? Stranezze di questa vita da Covid”.

Immagine tratta dalla pagina Facebook di Matteo Bassetti

Sugli aerei sono presenti i filtri HEPA: cosa sono?

Alcuni utenti molto attenti nei commenti al post hanno risposto che il motivo c’è ed è anche logico: sulla stragrande maggioranza degli aerei sono presenti i filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air filter), ovvero un sistema di filtrazione ad alta efficienza. Secondo una ricerca effettuata della NASA, i filtri HEPA sono in grado di rimuovere qualsiasi agente patogeno nell’aria, anche di piccolissime dimensione, con un’efficienza del 99,97%. Il tutto grazie alla loro composizione di fogli in microfibra multi-strato che rappresentano una barriera ad altissima efficacia. Inoltre nella maggior parte dei velivoli l’aria nella cabina viene sostituita ogni tre minuti.

Recentemente anche Italo ha annunciato un’investimento di 50 milioni di euro per l’installazione sui propri treni di questi filtri. La società italiana ha deciso di effettuare questo massiccio investimento per favorire il miglioramento del ricircolo d’aria a bordo e mettere in sicurezza i propri convogli da qualsiasi forma virale o influenzale, compreso il Coronavirus.

La voglia di ritorno alla normalità degli italiani

Sicuramente il commento di Bassetti, che ha ricevuto oltre 8mila like e più di 400 commenti, aveva una valenza più emozionale che specialistica, come spesso ci ha abituato il celebre virologo. In questo caso si può affermare che sia inciampato metaforicamente su un filtro dell’aria quasi sicuramente trascinato, come del resto tutti gli italiani, dall’immensa voglia di ritorno alla normalità. Una normalità che giorno dopo giorno si avvicina, grazie ai progressi della campagna vaccinale e al comportamento della maggioranza degli italiani che sta rispettando scrupolosamente le linee guida dettate da governo e comitato tecnico scientifico.

Per tornare alla normalità però bisognerebbe anche imparare a rispettare l’opinione altrui e nel caso in cui non si condivida argomentarla con rispetto ed educazione. Proprio come questo articolo ha cercato di fare.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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