La firma del ministro della Salute Giulia Grillo, avvenuta pochi giorni fa, del decreto ministeriale che contiene le norme del regolamento sul “Sistema Informativo Trapianti” (Sit), previsto dalla legge 91 del 1° aprile 1999 sul silenzio-assenso sulla donazione di organi, ha messo di nuovo in luce questo importante tema. In Europa sono le donne italiane le prime donatrici di organi, un primato che fa onore, e che ricorda quanta strada si sia fatta in 20 anni. I dati ministeriali, infatti, evidenziano che dal 1998 al 2018 il numero dei donatori (deceduti) è aumentato del 94%, e i trapianti del 58%.
Riguardo i trapianti di rene, dalla scorso luglio esiste una nuova opportunità terapeutica per i quasi 7mila pazienti in attesa di un organo nuovo. Si tratta del programma di trapianto da vivente in modalità “Deck”, dove la catena di scambio di donatori viventi tra coppie incompatibili viene innescata da un donatore deceduto. Questa innovazione mondiale presente su tutto il territorio italiano ha già portato a realizzare, a oggi, cinque catene di questo tipo, con nove coppie coinvolte mentre i trapianti sono stati 14, realizzati a Padova, nei centri di Bari, Parma, e Bologna. «Spesso la donazione diretta tra persone legate affettivamente non è possibile a causa di un’incompatibilità immunologica. Il programma Deck è una grande occasione per aumentare il numero dei trapianti da vivente, che è uno degli obiettivi principali della nostra rete trapiantologica nazionale», afferma il il direttore del Centro Nazionale Trapianti, Massimo Cardillo.
Simona Cocola