• 26 Novembre 2024
  • ARTE

Il Tar blocca il prestito dell’Uomo Vitruriano di Leonardo al Louvre

VENEZIA. Il Tar del Veneto ha sospeso oggi il prestito dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci al museo del Louvre di Parigi. La decisione è arrivata dopo il ricorso presentato da Italia Nostra. L’opera leonardesca, conservata nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia, avrebbe dovuto arricchire la mostra dedicata al genio del Rinascimento che s’inaugurerà nel museo parigino il 24 ottobre. Nello stesso provvedimento, il Tar sospende anche il memorandum d’intesa siglato a Parigi tra il ministero dei Beni culturali e il museo del Louvre per lo scambio di opere di Leonardo e Raffaello nella parte “in cui viola il principio dell’ordinamento giuridico per cui gli uffici pubblici si distinguono in organi di indirizzo e controllo da un lato, e di attuazione e gestione dall’altro”.

Italia Nostra aveva depositato il ricorso al Tar Veneto perché venisse immediatamente sospesa l’uscita dal territorio nazionale dell’Uomo Vitruviano. L’associazione ravvisava “la violazione dell’art. 66, comma 2, lett. b), del D.Lgs. n. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio) che stabilisce che non possano uscire dal territorio della Repubblica i beni che costituiscono il fondo principale di una determinata ed organica sezione di un museo, pinacoteca, galleria, archivio o biblioteca o di una collezione artistica o bibliografica”.

L’ufficio legislativo del Ministero dei Beni e della Attività culturali ribadisce che quella attuata è stata una procedura trasparente. In una nota il Ministero fa sapere che “da una prima lettura delle anticipazioni di stampa risulta del tutto incomprensibile il riferimento a una presunta violazione del ‘principio dell’ordinamento giuridico per cui gli uffici pubblici si distinguono in organi di indirizzo e controllo da un lato, e di attuazione e gestione dall’altro’ nello scambio di opere tra i musei italiani e il Louvre”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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