L'avvvocato della zia materna, tutrice legale del bimbo, è pronta ad attivare la convenzione dell'Aja sulla sottrazione internazionale di minori.
Il destino sembra essersi accanito nei confronti di Eitan, il bimbo di sei anni unico sopravvissuto alla strage della funivia che da Stresa porta al Mottarone. Oltre a perdere mamma, papà e rischiare la propria vita nell’incidente, oggi il piccolo si trova al centro di un caso diplomatico internazionale: il nonno materno, Smhuel Peleg, lo ha rapito e portato con un volo privato in Israele.
L’uomo è indagato al Tribunale di Pavia per sequestro di persona aggravato. Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Mario Venditti, si scava anche su presunte complicità di altre persone nel blitz che ha portato al presunto rapimento.
Oggi il bambino avrebbe cominciato la prima elementare, un passo importante nella vita di ogni infante. Ma il nonno, ex militare e agente segreto israeliano, ha approfittato della visita concessagli dal Tribunale per prelevare il piccolo e portarlo a Tel Aviv con un volo privato partito da Lugano, in Svizzera. Nonostante fosse stato intimato più volte dai giudici a restituire il passaporto di Eitan non lo ha mai fatto e utilizzando proprio quel documento ha potuto, in tutta tranquillità, effettuare il viaggio verso la sua madre patria.
Il 53enne, dopo la morte della figlia e del genero, aveva deciso di trasferirsi da Israele a Pavia, per stare vicino al nipote. Scavando nella vita dell’uomo si è scoperto che ha anche dei precedenti penali: in passato era stato condannato per maltrattamenti nei confronti della ex moglie.
Gali Peleg, zia materna del minore, ha dichiarato agli organi di stampa che secondo loro il piccolo non è stato rapito ma riportato a casa, laddove i genitori prima del tragico incidente stavano pensando di trasferirsi. Inoltre è convinta che avrebbero voluto che il figlio crescesse in Israele e che sviluppasse un’identità spiccatamente ebraica. La donne sostiene inoltre che dopo l’arrivo il bambino fosse talmente entisiasta del trasferimento da esclamare: “Sono finalmente in Israele“.
Se da un lato i parenti dalla parte della madre di Eitan sono fermamente convinti che la decisione migliore per il piccolo sia quella di essere tornato nella terra d’origine , i parenti del padre annunciano una dura battaglia legale. La zia Aya Biran, tutrice legale, si è recata nel tribunale di Pavia con l’avvocato Cristina Pagni per parlare col giudice tutelare e attivare la Convenzione internazionale dell’Aja datata 1980. La convenzione prevede di assicurare il rientro del minore presso l’affidatario e il Paese di residenza nei casi di sottrazione internazionale.
Il Giudice dello stesso tribunale, oltre ad affidare Eitan alla zia paterna e chiedere la riconsegna immediata del passaporto, l’11 agosto aveva disposto il divieto di espatrio del bambino. Un eventuale espatrio sarebbe potuto avvenire solo con l’accompagnamento o l’autorizzazione della tutrice.
C’è una notizia positiva che riguarda le istituzioni israeliane: secondo il sito israeliano N12 un parere del ministero degli Esteri israeliano indicherebbe che lo Stato dovrebbe fare tutto il possibile per far rientrare Eitan in Italia. Parere che però al momento non trova alcuna conferma dai canali ufficiali.
Sul caso è intervenuto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che in merito alle prossime iniziative del Governo sulla vicenda di Eitan preferisce mantenere un profilo attendista: “Stiamo accertando l’accaduto per poi intervenire“. Chi invece chiede un intervento rapido dell’esecutivo è Matteo Salvini che sulla questione ha affermato: “Che ci si faccia scappare, con un sequestro, un bimbo che ha sofferto e che ha perso i genitori è veramente assurdo. È evidente che in Italia ci sia un problema di sicurezza e di controlli“. Il leader della Lega si è poi augurato che possa essere trovata al più presto una soluzione, agevolata dagli ottimi rapporti che l’Italia ha con Israele.