Giuseppe è un medico ospedaliero con una passione immensa per le moto, in particolar modo per la specialità dell’Enduro. Qualche giorno fa è stata pubblicata sul sito moto.it un’articolo-testimonianza nel quale si racconta come Giuseppe sia stato uno dei primi a fronteggiare il Coronavirus tra le corsie dell’ospedale dove presta servizio, situato a ridosso della zona rossa. E particolare non di poco conto è stato contagiato, ma è completamente guarito.
“Vi racconto la mia esperienza con l’infezione da CoronaVirus. Premesso che sono un medico ospedaliero, la città in cui lavoro dista pochi chilometri dal paese focolaio d’Infezione: Codogno.” – e continua – “in data 21 febbraio veniva ricoverata nel mio reparto una paziente anziana con febbre alta, polmonite grave. La paziente in seguito al tampone è risultata positivo al test . Conseguentemente sabato 22 tutto il personale venuto a contatto con la suddetta malata veniva sottoposto a tampone, io compreso. L’esito del tampone dava negatività per tutti, tranne me!”.
Non in ospedale, come racconta: “In data 15 febbraio mi ero recato con famiglia e amici a Codogno per il carnevale, qui assistevo in piazza alla sfilata dei carri conversando con un caro amico residente, entravo in un affollato bar per un caffè e dopo qualche ora rientravo a Piacenza. In data 20 e 21 febbraio ho avuto sintomi da raffreddore con rinite, ma non febbre e nemmeno tosse, sono andato regolarmente a lavoro visitando, parlando e incontrando gente; ovviamente ho condotto la mia normale vita sociale (palestra, ristoranti, hobby), stimo di aver incontrato decine di persone. Bene avviandomi alla conclusione di questo racconto vi dico che tutti i colleghi, e gli amici (compresa la mia famiglia) venuti a contatto con me non hanno a distanza di 5 giorni sviluppato sintomi, molti hanno già avuto esito del tampone negativo, altri in attesa ma molto probabilmente negativi (clinicamente stabili). L’amico di Codogno è febbrile in isolamento a casa in attesa di tampone. Io sto benissimo, non ho nemmeno più raffreddore e nessun altro sintomo, sarò dimesso e continuerò la cosiddetta quarantena (14 giorni) a casa da solo”.
Al termine del racconto Giuseppe trae alcune conclusioni prettamente personali:
Secondo il medico ospedaliero il comportamento di molti media e di numerosi utenti dei social network è alquanto inopportuno visto che negli ultimi giorni stanno alimentando il panico nella popolazione. Non è il caso di creare inutili allarmismi, bisognerebbe ascoltare in maniera più attenta e interessata le testimonianze dirette di pazienti e personale sanitario che affrontano in prima persona l’epidemia, senza strumentalizzare la situazione.