• 23 Novembre 2024
  • CRONACHE

Il premier Conte: Rivolteremo l’Italia come un calzino

La conferenza stampa di fine anno del premier Giuseppe Conte, alla prima esperienza con un aperto faccia a faccia con i giornalisti, è stata chilometrica ed ha spaziato sui principali temi che il suo Governo è chiamato ad affrontare e che secondo il Presidente del Consiglio “permetteranno di rivoltare questo Paese come un calzino. E’ l’unico modo per rilanciare l’Italia dalle secche in cui è finita”.

Mente in Parlamento si scatenava la bagarre tra le forze politiche, il premier si è dimostrato sereno e padrone della situazione, anzi in parecchi momenti ha usato anche l’arma dell’ironia, come quando ha avuto un lapsus confondendo New York con Bruxelles. A questo proposito ha voluto sottolineare come   “la manovra non sia stata scritta a Bruxelles, è stata scritta in Italia. Tutte le volte che mi sono seduto con Bruxelles non ho mai consentito che mettessero in discussione i punti qualificanti della manovra e devo dare atto loro che non hanno mai cercato di valutare nel merito tali punti”.

Uno dei temi caldi, che riguardano le possibilità di crescita del Paese è quello delle infrastrutture. Su questo Conte ha ammesso “Seguo un metodo molto trasparente per Tap, terzo Valico e anche la Tav, questo governo valuta le grandi opere e realizzerà un piano infrastrutturale poderoso. Il Tap lo abbiamo sbloccato dopo una puntigliosa analisi dei procedimenti amministrativi. La Torino-Lione è ancora nell’ambito di una procedura istruttoria. A fine dicembre la commissione dei tecnici consegnerà i risultati dell’istruttoria. Andremo sul territorio e prima delle europee il governo comunicherà in modo trasparente la decisione”.

Altro tema al centro della conferenza stampa, e cardine del contratto di governo, è il  reddito di cittadinanza, che nella Finanziaria è rimasto uno dei capitoli di spesa più consistenti, anche se ridotto di oltre 2 miliardi, rispetto alle intenzioni iniziali. Conte si dichiarato sostenitore convinto “questa è una misura di equità sociale e di civiltà; è stato crocifisso Luigi Di Maio che si è battuto per introdurlo, anche perché era il manifesto politico del suo movimento e devo confessare è stato uno degli aspetti che mi ha convinto ad accettare questa complicata avventura, che mi sta dando grandissime soddisfazioni.”

Come era logico attendersi, alcuni giornalisti hanno voluto conoscere il parere del professore Giuseppe Conte, avvocato costituzionalista, sulla legittimità dell’approvazione della Finanziaria senza discussione e con un voto tecnico di fiducia, fatto che si verifica per la prima volta nella storia italiana.  Il premier ha ammesso “Non si è creata la situazione ideale al Senato, ma c’è la prospettiva di una contrazione forte dei tempi, siamo arrivati in zona Cesarini per il varo della manovra. Confidiamo che una situazione del genere non si presenti più. Ad esempio, nel rispetto delle Camere, confidiamo che le riforme istituzionali rimangano nell’alveo parlamentare con il contributo di tutti”.

Il confronto con la stampa italiana ed estera in conclusione si è spostato sui destini futuri del Governo “Rimpasto? Il discorso esula dalla sensibilità del premier, semmai l’esigenza maturerà in seno a una delle forze politiche, verrà comunicata all’altra, io ne verrò eventualmente messo a parte se fosse un’istanza condivisa e se ci fosse una soluzione prospettata, auspico che sia condivisa e che non destabilizzi l’esperienza di governo”.

Nonostante su alcuni temi il premier abbia glissato, specie quando si è affrontato il delicato argomento della libertà di stampa, e cercato risposte interlocutorie, l’impressione generale è che abbia superato positivamente la prova del fuoco, rivelando buone capacità dialettiche, per certi versi insospettate.

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