Per molto tempo i piccioni viaggiatori sono stati uno tra i più veloci mezzi di comunicazione per l’uomo.
Pare che non vi sia una razza specifica per questo scopo, si è trattato semplicemente di addestramento e questo è stato possibile grazie all’abilità dell’animale in questione nel trovare la via del ritorno.
Ma perché proprio il piccione? Le motivazioni potrebbero essere svariate, ad esempio per il fatto che questo volatile può volare alla velocità di 50-100 km/orari e in un giorno può coprire distanze di anche 1000 km, inoltre ha un’eccezionale senso dell’orientamento nel ritrovare il suo luogo d’origine.
Secondo alcune ricerche, pare che il piccione viaggiatore, o messaggero, sia stato molto utilizzato per trasportare messaggi durante la prima e la seconda guerra mondiale. Si trattava di una “comunicazione via piccione”, che funzionava solo in un senso: si attaccava un eventuale piccolo messaggio alle zampe del volatile e questo ritornava al luogo d’origine; sembra non fosse possibile istruirlo per indirizzarlo ad una destinazione differente.
Ad oggi vi sono ancora molti appassionati in tutto il mondo che allevano le diverse razze moderne di questa specie; e pare che questi animali abbiano sviluppato una velocità ed una resistenza al volo molto superiore rispetto al passato. Inoltre sembrerebbe che in molti paesi, oltre all’allevamento di questi piccioni, si svolgano anche delle gare di velocità con tanto di percorsi che prevedono migliaia di chilometri, passando anche da un continente ad un altro.
Alcune ricerche hanno rilevato che l’utilizzo del piccione viaggiatore come messaggero risale fin dai tempi degli egizi e dei persiani di tremila anni fa. E fu uno dei mezzi di comunicazione più usato fino alla scoperta del telegrafo (1837).
Nel sesto secolo a.C., ad esempio, il re di Persia utilizzava i piccioni viaggiatori per comunicare con le varie legioni del suo impero.
All’inizio del XX secolo, il farmacista tedesco Julius Neubronner utilizzava i piccioni per il trasporto di medicinali e medicazioni urgenti, per un peso di non oltre i 75 grammi, a dei suoi pazienti lontani. Ma non solo, egli unì le sue due passioni: il piccione e la fotografia e nel 1908 ottenne il brevetto per la “fotografia aerea con piccioni”, progettando i primi prototipi di fotocamere di peso corporeo fra i 30 e i 75 grammi, adattabili al petto del piccione mediante un’imbragatura.
Inoltre, come accennato precedentemente, migliaia furono i piccioni utilizzati per spedire messaggi durante le due guerre mondiali: si trattava di messaggi strategici, riportati su carta leggera o in microfilm ed inseriti in un tubicino legato ad una zampa del volatile, che era stato addestrato per far comunicare una forza mobile con una sede fissa. In questo caso i piccioni svolgevano un ruolo molto pericoloso, poiché erano nel mirino dei soldati nemici. Alcuni di questi piccioni diventarono famosi, come quello nominato “The Mocker”, ovvero il beffardo, che avrebbe volato per 52 missioni prima di restare ferito. Un altro piccione famoso fu invece “Cher Ami”, che rimase ferito verso la fine della prima guerra mondiale; si dice che perse una zampa ed un occhio, ma che il suo messaggio portò al salvataggio di un folto gruppo di soldati di fanteria americana.
Mentre nel 1977 i piccioni viaggiatori erano stati utilizzati per il trasporto quotidiano di campioni di laboratorio tra due ospedali inglesi: il Plymouth General Hospital e l’ospedale di Devonport. Ed un servizio analogo fu quello nel 1980, con la comunicazione tra due ospedali francesi di Granville e Avranche.
Secondo alcuni studi, sembrerebbe che i piccioni sfruttino varie strategie per ritrovare la via di casa: una sorta di bussola interna capace di percepire il campo magnetico terrestre; un sistema di orientamento basato sulla posizione del sole ed un meccanismo olfattivo che riconosce gli odori del proprio nido d’origine.
Negli ultimi decenni le gare tra volatili – considerate uno sport popolare – persero d’importanza; questo finché non venne riacquistata la popolarità grazie anche ad alcune case d’asta, in cui l’interesse di alcuni clienti ha fatto salire il prezzo dei volatili da corsa europei.
Per citarne un esempio, nel novembre 2020 un misterioso acquirente cinese si aggiudicò, con la somma di 1,6 milioni di euro, un piccione viaggiatore ad un’asta di Bruxelles. Si trattava di un piccione di sesso femminile, conosciuto con il nome di New Kim, considerata una campionessa mondiale di distanza (vinse anche diverse gare in Europa, tra cui la prestigiosa “Ace Pigeon Grand National Middle Distance”, tenutasi in Francia). New Kim batté il record di un altro volatile delle Fiandre, il maschio Armando, venduto per 1,25 milioni di euro nel 2019 allo stesso acquirente.
Da anni in Europa si allevano uccelli che nel tempo hanno conquistato una certa fama mondiale; ma in alcuni paesi risulta tuttora vietato, o comunque controllato, l’uso di questi piccioni per i privati.
Il piccione viaggiatore è stato utilizzato per lo più in passato; tuttavia, sono in molti coloro che pensano che potrebbe esserci un grande ritorno per questo volatile in futuro, specie per alcune questioni di comunicazione in cui dovrà essere assicurata la segretezza.
Valeria Glaray