ROMA. Sono 704 gli infortuni mortali accertati sul lavoro dall’Inail nel 2018, di cui 421 (circa il 60%) “fuori dall’azienda” a fronte di 1.218 denunce complessive. Lo si legge nel Rapporto annuale dell’Inail, nel quale si sottolinea che sugli infortuni accertati c’è stato un aumento del 4% rispetto al 2017. Le denunce di infortunio mortale nei primi quattro mesi del 2019 sono state 303 con un aumento del 5,9% sullo stesso periodo del 2018. Il presidente dell’Istituto Massimo De Felice ha detto che sulle denunce ci sono state in questi quattro mesi “forti oscillazioni“. L’Inail sottolinea inoltre che nell’anno sono arrivate 645.000 denunce di infortunio (-0,3%) ma gli incidenti riconosciuti per causa di lavoro sono stati poco più di 409.000, di cui circa il 19% fuori dall’azienda (infortuni avuti con un mezzo di trasporto o in itinere).
Le denunce di malattia professionale sono state circa 59.500 (+2,6% sul 2017). La causa professionale è stata riconosciuta al 37% del totale (il 3% è ancora in istruttoria). “I dati pubblicati sull’andamento degli infortuni sul lavoro nel primo quadrimestre dell’anno in corso non possono rimanere nell’indifferenza di fronte al fatto che dall’inizio dell’anno sono deceduti 303 lavoratori, con le 58 denunce di morti sul lavoro nel mese di aprile, siamo a ben 17 persone in più rispetto allo scorso anno. – Commenta Anmil- ed anche sul fronte degli infortuni il bilancio si aggrava contando quasi 46.000 feriti in un mese, ovvero ben 5.000 incidenti in più rispetto al 2018. È una guerra quotidiana che non accenna a placarsi, di cui in pochissimi si accorgono e perlopiù a singhiozzo, e che richiede invece interventi tempestivi, concreti ed efficaci.“
“Occorre rompere gli indugi ed agire immediatamente, evitando strumentalizzazioni sulla pelle delle persone, con decisione, coerenza e spirito di collaborazione vero in quanto vorremmo sentire che l’onda di interesse sul tema in campagna elettorale non fosse solo un pretesto per richiamare voti e chi ha fatto dichiarazioni al riguardo dimostri ora e subito quali azioni possono essere messe in atto. In un paese che dalla crisi sembra non voler più uscire è indispensabile reperire risorse che sono veri investimenti: informazione, formazione e controlli preventivi possono portare a risparmi consistenti nell’economia nazionale e nelle tasche delle stesse aziende, se non fosse un deterrente sufficiente il risparmio di vite umane – prosegue l’Anmil – Salvare la vita alle persone e salvaguardarne la salute per noi sono un obiettivo che non ha prezzo, ma il cui raggiungimento sembra non essere realmente condiviso. Ci aspettiamo che il Governo consideri una priorità la guerra contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, adottando in tempi strettissimi i provvedimenti necessari“.