La recente campagna informativa del ministero della Salute sul corretto uso dell’alluminio in cucina, è mostrata in un interessante video per far comprendere che l’alluminio non è un materiale che comporta danni, ma il suo utilizzo non corretto può provocare rischi. La contaminazione del cibo è infatti una delle fonti di esposizione alimentare, ma si può anche prevedere con semplici accorgimenti. Nel settore alimentare l’alluminio, comunemente chiamato “carta stagnola” fino agli inizi del XX° secolo perché si utilizzavano fogli di stagno al posto degli attuali in alluminio laminato, trova largo impiego. Nei soggetti sani il rischio tossicologico dell’alluminio è limitato per via dello scarso assorbimento, e della rapida escrezione. Più vulnerabili sono invece alcuni gruppi della popolazione, coloro, cioè, con diminuita capacità escretoria renale: anziani, bambini sotto i tre anni, soggetti con malattie renali, e donne in gravidanza.
In Italia con il decreto ministeriale 18 Aprile 2007, n. 76 (Regolamento recante la disciplina igienica dei materiali e degli oggetti di alluminio e di leghe di alluminio destinati a venire a contatto con gli alimenti) sono state previste specifiche disposizioni, in particolare i contenitori in alluminio devono riportare in etichetta una o più delle seguenti istruzioni: