MILANO. Era da più di un mese che la squadra rossonera non conosceva il significato della parola vittoria. Trentacinque giorni nel quale i tifosi milanisti hanno provato sofferenza, rabbia, delusione e sopratutto la paura di perdere quel famoso treno che porta alla tanto ambita qualificazione alla Champions League. Traguardo che permetterebbe alla squadra guidata dal gruppo Eliott di tornare a calcare i palcoscenici dell’Europa che conta.
Lo sa la società, i tifosi e gli esperti di calcio che illudersi della sola qualificazione Champions per ambire a giocarsi qualche chance di vittoria del prossimo campionato di Serie A, spodestando il dominio incontrastato da otto anni a questa parte della corazzata bianconera, sarebbe un sogno a dir poco proibitivo. Ma la qualificazione nella coppa più importante del panorama europeo vorrebbe dire porre le basi per cercare di proseguire quel progetto di crescita che l’attuale dirigenza, con non poche difficoltà, sta cercando di attuare.
La vittoria contro la Lazio è un successo che vale doppio, visto che la si è ottenuta con una diretta concorrente. Entrambe le squadre erano reduci da risultati non troppo esaltanti: il Milan era riuscito ad ottenere un misero punto nelle ultime 4 gare, mentre la Lazio nelle ultime 4 partite aveva ottenuto 7 punti, ottenendo due importanti vittorie nelle prime due gare contro Parma e sopratutto Inter in trasferta, e con un trend negativo nelle ultime due, della sconfitta contro la Spal e del pareggio della scorsa domenica contro il Sassuolo.
Nella gara odierna parte subito bene la Lazio che dopo soli 3 minuti ha in mano la chance di portarsi in vantaggio: Correa si inserisce bene in area e serve Immobile, l’attaccante partenopeo solo davanti al portiere effettua un preciso rasoterra. Reina è attento, la sua parata è al limite del miracoloso, l’estremo difensore madrileno riesce a deviare in calcio d’angolo. I biancocelesti continuano l’opera di predominio territoriale per circa mezz’ora, nel quale il Milan ha seria difficoltà nell’impostare un’azione di gioco degna di essere considerata tale. Al 31′ si sveglia la squadra allenata da Gennaro Gattuso, Suso riceve un preciso passaggio in area da Piatek e va subito alla conclusione. La sfera è alta di un soffio. Dopo un minuto sono ancora pericolosi i padroni di casa grazie a Piatek che colpisce di testa un preciso cross dal fondo, la conclusione lambisce di qualche centimetro il palo destro. I rossoneri continuano a spingere e al 41′ si rendono pericolosi con Calhanoglu che scaglia un tiro potentissimo dal limite dell’area. Strakosha non vuole dimostrarsi da meno del suo collega rossonero e si esibisce in una parata strepitosa, neutralizzando un pallone diretto sotto la traversa. Prima della fine del tempo c’è ancora il tempo per Immobile di colpire l’ottavo legno stagionale, così da farlo balzare in vetta alla classifica dei pali colpiti in Serie A nella stagione corrente. Un legno che oltre che a far vibrare la porta, riesce a far sussultare il cuore di tutti i tifosi rossoneri.
Nella ripresa dopo soli due giri di lancetta si fa male Correa, che cede il posto a Caceido. La partita prende una piega strana sin da subito, nella quale le squadre si alternano nel possesso palla e nelle azioni di gioco in attacco. Sfortunatamente per entrambe nessuna delle due riesce ad imporre la propria supremazia sull’altra. Al 67′ Gattuso è costretto ad effettuare un doppio cambio in difesa perché sono costretti ad uscire per infortunio Romagnoli e Calabria, a fronte dei quali entreranno Zapata e Laxalt. Al 76′ un sussulto nell’area laziale: a seguito di un inserimento di Calhanoglu, il turco cerca di effettuare un passaggio al centro. Il pallone viene toccato con un braccio da Acerbi. In un primo momento il direttore di gara Rocchi assegna il penalty, ma dopo un consulto Var e aver visionato le immagini alla moviola si rende conto che il braccio è attaccato al corpo. L’arbitro torna sui suoi passi e giustamente annulla la decisione. Bastano solo 120 secondi e si verifica un’altra azione saliente in area di rigore. Drumisi interviene in maniera scomposta in area su Musacchio, stranamente presente in un’azione di attacco rossonera. Questa volta l’arbitro di Firenze non ha dubbi e assegna il tiro dagli undici metri. Kessie si incarica della battuta, che spiazza il portiere biancocelesti. Per il centrocampista ivoriano è il settimo rigore realizzato su otto in carriera, in Serie A è il sesto su sei con una percentuale del 100% di realizzazione (2 con l’Atalanta e 4 con il Milan). Nel finale saltano gli schemi, e anche i nervi di Simone Inzaghi che si fa espellere per proteste, ed entrambe le squadre rischiano di subire gol. Il risultato, dopo sei minuti e mezzo di recupero termina sull’1-0 per i padroni di casa.
La vittoria in casa rossonera fa morale, dopo tre sconfitte e un pareggio, e potrebbe rappresentare il giusto stimolo per affrontare al meglio le ultime sei partite da qui alla fine del torneo. Tre punti che premettono di mantenere il quarto posto e un punto di vantaggio sulla Roma, vittoriosa nel match delle 18:00 contro l’Udinese grazie alla rete di Dzeko, e tre sull’Atalanta che giocherà lunedì sera il posticipo in casa contro l’Empoli.
Per la Lazio è una sconfitta che fa male, ma che non chiude definitivamente le porte alla qualificazione per le coppe europee. I sei punti di distacco dal Milan, potrebbero ridursi a tre per via della partita da recuperare nella gara interna contro l’Udinese. Non dimentichiamo che tra 11 giorni i due team torneranno ad affrontarsi a San Siro nel ritorno della semifinale di Coppa Italia. All’andata il risultato era stato di 0-0. I biancocelesti, a seguito della sconfitta odierna, potrebbero cercar riscatto nel prossimo scontro, con l’ambizione di voler conquistare a tutti i costi la finale di coppa nazionale che potrebbe riscattare una stagione vissuta tra troppi alti e bassi.