Il dipartimento della casa e dello sviluppo urbano oggi ha denunciato Facebook per aver commesso discriminazioni razziali, consentendo agli inserzionisti nel campo immobiliare di limitare chi è in grado di vedere annunci sulla piattaforma in base a caratteristiche come razza, religione, origine, stato familiare, sesso e la disabilità, pratica severamente vietata dalla legge statunitense.
Oltre a prendere di mira le pratiche pubblicitarie di Facebook, il dipartimento degli alloggi sostiene anche che l’azienda utilizzi le sue pratiche di data mining, ossia l’estrazione dati automatizzata o semiautomatizzata, per determinare quali dei suoi utenti sono possono visualizzare gli annunci immobiliari. Per entrambe le accuse, il dipartimento ha affermato che Facebook ha violato la legge federale.
Mark Zuckerberg e soci sono sembrati essere stati presi alla sprovvista sopratutto dopo la recente messa al bando di tutti i contenuti che fanno riferimento al nazionalismo bianco e ai gruppi di suprematisti bianchi. Tale svolta era avvenuta a seguito della strage nelle moschee in Nuova Zelanda, il cui l’autore aveva postato su Twitter ed altri social media un manifesto suprematista, filmando live il massacro su Facebook. Ora alla società statunitense toccherà nuovamente prendere provvedimenti per non perpetuare il pratiche di discriminazione razziale.