ROMA. Nella giornata odierna si è svolta presso l’ambasciata italiana a Tunisi, come in altre ambasciate d’Italia sparse in giro per il mondo, la seconda Giornata della ricerca italiana nel mondo, istituita dal Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, d’intesa con il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e con il Ministero della Salute.
Alla presenza dell’ambasciatore Lorenzo Fanara,del ministro tunisino dell’Insegnamento superiore e della ricerca scientifica Slim Khalbous, e dei ricercatori di entrambi i paesi, il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) Massimo Inguscio ha voluto porre in grande evidenza il tema dei mutamenti ambientali e climatici provocati dall’uomo in questa epoca, non a caso definita da alcuni come “antropocene“.
L’ambasciatore Fanara ha ricordato che per la prima volta la Giornata della ricerca italiana nel mondo viene celebrata in Tunisia e che i due Paesi condividono un identico ecosistema, quello mediterraneo, e quindi anche una storia e un futuro che li accomunano.
“Tra i numerosi segni di tale impatto, che vanno dall’uso indiscriminato dei combustibili fossili a quello dei fertilizzanti chimici, dal riscaldamento prodotto dalle emissioni di gas serra all’inquinamento provocato dalla plastica, oggi focalizziamo in particolare quello che incide sull’ambiente marino: il più grande ecosistema del pianeta, considerando che gli oceani occupano i due terzi della sua superficie”. Ha dichiarato Inguscio, che ha proseguito affermando: “Un problema, pertanto, che è più globale di qualunque altro, in particolare per il fenomeno della Plastic Marine Litter (PML), che ormai rappresenta il 75-80% della spazzatura marina solida”
Durante la conferenza c’è stato modo di presentare l’impegno degli istituti del Cnr, dedicato da tempo a vari progetti di monitoraggio ambientale di nano, micro e macro plastiche, allo sviluppo di metodologie innovative per la detection ambientale, ad azioni di ricerca per verificare gli effetti sull’ecosistema marino e sull’uomo di questi inquinanti e a progetti per lo sviluppo di nuove tecnologie di cleaning smart. Tra questi si è voluto porre l’accento sul progetto CLAIM che prevede il recupero energetico dalla plastica rinvenuta in mare mediante un innovativo sistema di pirolizzazione (decomposizione termochimica di materiali organici) volto a garantire uno sviluppo sostenibile nel Mediterraneo.
Il presidente del Cnr ha infine concluso sottolineando: “l’importanza della divulgazione svolta anche grazie alla rete italiana di addetti scientifici e dei ricercatori e ricercatrici nel mondo, come strumento di educazione scientifica e azione di sensibilizzazione tesa a far comprendere la necessità di un cambiamento comportamentale e culturale. Solo in questo modo potremmo cambiare il pericoloso andamento dei processi che stanno investendo il pianeta, l’ambiente, gli oceani, la vita delle persone”.