Nelle ultime 24 ore sono stati registrati oltre 170mila nuovi contagi da Covid, record da inizio pandemia, e la curva epidemiologica non sembra affatto destinata a calare nei prossimi giorni. Una situazione che costringe il Governo ad intervenire in fretta e valutare una serie di proposte che potrebbero fermare la corsa del virus.
Il Consiglio dei ministri non è stato convocato ufficialmente, ma secondo fonti attendibili dopo la riunione in Cabina di regia è molto probabile che oggi pomeriggio venga convocata una sessione straordinaria. Si discuterà principalmente sull’ipotesi di imporre l’obbligo vaccinale per gli over 60 e i soggetti fragili, sul rientro a scuola dal 10 gennaio e quando scatteranno le quarantene all’interno delle classi, sul Super Green pass obbligatorio per tutti i lavoratori e infine sullo smart working.
Uno tra i temi clou del dibattitto sarà quello inerente la possibilità di imporre il vaccino a tutti i soggetti fragili, in particolar modo agli over 60. Una proposta che nasce dall’analisi di un dato incontrovertibile: attualmente sono 1,2 milioni i soggetti considerati fragili senza dosi di vaccino.
Si consideri inoltre che secondo i dati diffusi al 31 dicembre dall’Istituto Superiore di Sanità gli italiani che non hanno ricevuto il vaccino sono in totale 3,4 milioni (esclusi naturalmente i soggetti esenti dalla vaccinazione), di questi la maggior parte sono nella fascia compresa tra i 40 e i 49 anni (quasi 1,3 milioni), seguita dalla fascia 50-59 anni (quasi 1,1 milioni).
La proposta punta a frenare le ospedalizzazioni sia nei reparti ordinari che nelle terapie intensive, così da agevolare il cambio di colore delle Regioni. Inoltre allo stato attuale non è ancora possibile determinare quando sarà raggiunto il picco pandemico, motivo per il quale è necessario mettere in campo nuove misure efficaci nel più breve tempo possibile
Per quanto concerne il comparto scolastico il governo sembrerebbe orientato a confermare il rientro a scuola a partire dal 10 gennaio, senza alcun differimento. Proprio su questo tema ieri il premier Draghi ha incontrato a Palazzo Chigi il commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo, e i ministri dell’Istruzione e della Salute Patrizio Bianchi e Roberto Speranza.
Mentre si analizzerà la proposta delle Regioni sulle modalità delle quarantene. Nel documento messo a punto dai governatori sono state fissate le soglie in base all’età degli studenti: nelle scuole dell’infanzia basterebbe un solo caso per far scattare la quarantena. Il motivo è dovuto alla difficoltà di far rispettare il distanziamento e le misure di prevenzione tra i più piccoli. Nelle scuole elementari la quarantena scatterebbe alla presenza di due o più casi, una soglia che sarebbe necessaria per la bassa percentuale di vaccinati in questa specifica fascia d’età.
Infine per le scuole secondarie di primo e secondo grado (scuole medie e elementari) la proposta individuerebbe una soglia di 3 o più casi per far scattare la quarantena. Per tutte le categorie di studenti, dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria, la quarantena prevista è di sette giorni con test antigenico o molecolare obbligatorio da effettuare tra il quinto e settimo giorno. Mentre se i contagi all’interno delle classi non raggiungessero la soglia massima gli alunni potrebbero continuare a rimanere in aula ma in regime di autosorveglianza con la raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza però l’obbligo di effettuare alcun test.
Il discorso che agita maggiormente le diverse anime del Governo è la possibile introduzione dell’obbligo del Super Green pass per tutte le categorie di lavoratori, sia pubblici che privati. La partita è ancora aperta ma se da una parte il Pd è favorevole alla proposta, dall’altro Lega e M5s esprimono parere diametralmente opposto. Su questo tema la maggioranza è spaccata, servirà l’opera di convincimento da parte del Comitato Tecnico Scientifico e di Mario Draghi.
Posizioni frammentarie anche sullo smart working. Il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta sostiene che le norme attuali già consentono la flessibilità e non ritiene possibile ricorrere al lockdown come nel 2020. Ma sul lavoro a distanza sembra che una circolare darà anche nel pubblico una spinta al ricorso al lavoro a distanza: si punta sul lavoro in presenza prevalente (almeno il 50%), ma indicando le categorie di lavoratori pubblici cui permettere di aumentare il lavoro agile.