VIAREGGIO. Sono trascorsi quasi 150 anni da quando, nel 1873, la prima sfilata di carrozze addobbate attraversava via Regia, nel cuore della città vecchia. Nel Novecento, però, il Carnevale di Viareggio cambiò location, spostandosi sulla Passeggiata a mare, luogo che stimolò la fantasia dei Maestri carristi. Negli Anni Venti, poi, la musica iniziò ad animare le maschere, costruite in cartapesta, e nel 1930 il pittore e grafico Uberto Bonetti ideò Burlamacco, la maschera simbolo di Viareggio.
È una grande festa italiana per la città toscana, in programma fino al 5 marzo prossimo, che quest’anno è dedicata alla donna, e, nel 2001, ha persino portato a inaugurare la nuova Cittadella del Carnevale, straordinario complesso architettonico, interamente dedicato alla creazione e alla conservazione del Carnevale di Viareggio, oltre a due musei, uno dedicato alla storia dei carri del Carnevale e l’altro al Carnevalotto, preziosa collezione di opere d’arte di grandi firme contemporanee.
Lanciando con forza un messaggio contro la violenza sulle donne, la manifestazione è approdata anche all’International Carnival di Ningbo in Cina l’anno scorso. Le strabilianti macchine allegoriche costruite dalle ditte artigiane viareggine, sono infatti richieste in in Italia e nel mondo. La straordinarietà di questo evento, considerato uno dei più importanti carnevali a livello nazionale e internazionale, e il cui tema principale è da sempre la satira, di tipo politico e sociale, consiste nella particolare creatività dei carri, allestiti come imponenti scenografie teatrali, e il rapporto con l’arte, testimoniato nel tempo da molti contributi di artisti tra cui il premio nobel Dario Fo, e Lorenzo Viani, illustre pittore viareggino.
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