Il cancelliere Sebastian Kurz indagato per presunto abuso di fondi pubblici annuncia le sue dimissioni
Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, ha dichiarato che intende dimettersi nel tentativo di disinnescare una crisi di governo. Il cancelliere è sotto indagine per abuso di fondi pubblici.
Kurz, 35 anni, ha detto di aver proposto come suo sostituto il ministro degli Esteri, Alexander Schallenberg. Lo stesso Kurz ha intenzione di diventare il capo del gruppo parlamentare del suo partito, il Partito Popolare Austriaco.
Il suo partito aveva stretto i ranghi dietro di lui dopo l’annuncio dei pubblici ministeri. Ma il partito dei Verdi, partner della coalizione, hanno dichiarato che Kurz non poteva rimanere cancelliere e hanno chiesto che il suo partito nominasse una “persona irreprensibile” per sostituirlo.
I leader dell’opposizione gli avevano chiesto di andarsene e avevano pianificato di portare una mozione di sfiducia contro di lui in parlamento, martedì 12 ottobre.
Il cancelliere e i suoi stretti collaboratori sono accusati di aver cercato di assicurarsi la guida del suo partito e del paese con l’aiuto di sondaggi manipolati e rapporti amichevoli dei media, finanziati con denaro pubblico. Sebastian Kurz è diventato leader del Partito popolare e poi cancelliere nel 2017, ha negato di aver commesso illeciti e fino a sabato 9 ottobre ha detto che aveva intenzione di rimanere.
Kurz ha insistito ancora una volta sul fatto che le accuse contro di lui sono false e potrà chiarire. “Ciò di cui abbiamo bisogno ora sono condizioni stabili“, ha detto Kurz ai giornalisti “Quindi, per risolvere lo stallo, voglio fare in modo di prevenire il caos e garantire la stabilità“. Ha detto inoltre che manterrà la leadership del suo partito, oltre a diventare il leader del suo gruppo parlamentare.
La prima coalizione di Kurz con il partito di estrema destra (FPÖ) è crollata nel 2019. Il cancelliere ha staccato la spina dopo che è emerso un video che mostrava il leader del partito FPÖ dell’epoca, vice-cancelliere Heinz-Christian Strache, che prometteva di far vincere appalti in cambio di denaro a una sedicente nipote di un oligarca russo.