NAPOLI. Cosa c’è di più prezioso per i napoletani della loro squadra di calcio? Sicuramente san Gennaro, vescovo e martire cristiano, patrono della città di Napoli. Nel duomo si custodiscono le ossa del santo, oltre a due antichissime ampolle, contenenti il suo sangue raccolto dalla nutrice dopo il martirio, esposte alla venerazione dei fedeli tre volte l’anno: il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre, e il 16 dicembre. In quei giorni è possibile assistere al fenomeno della liquefazione, attestata per la prima volta nel 1389 come fatto già noto e considerato dalla pietà popolare un miracolo.
Adesso un’app racconterà i tesori che il Museo del Tesoro di San Gennaro custodisce, attraverso una guida multimediale, realizzata grazie al contributo di Kuwait Petroleum Italia, per la migliore fruizione di questo patrimonio custodito da quasi 500 anni dalla Deputazione della Real Cappella. La voce narrante è quella del critico d’arte Philippe Daverio, che presenta contenuti di approfondimento attivati in Realtà Aumentata. «È certo che nel 1527 a guidare il patto tra la città di Napoli e il santo protettore vi sia stato un fermento innovativo che ha reso possibile rendere parti attive del contratto due enti astratti: il popolo e ancor di più il santo una proiezione virtuale della fede in un tempo in cui la tecnologia non poteva suggerire altre strade. Oggi, il senso d’innovazione, rispetto e tradizione, finanche il concetto traslato del virtuale, si rinnova con i mezzi contemporanei in quello stesso patto che vede gli stessi interlocutori: la Deputazione, e la città di Napoli», dichiara il Deputato della Real Cappella del tesoro di san Gennaro, marchese Riccardo Imperiali di Francavilla.
All’interno del Museo del Tesoro di San Gennaro, il più pregiato e vasto al mondo a riguardo, si trovano diversi punti di interesse, geolocalizzati utilizzando Beacon (trasmettitori Bluetooth low energy) come sistema di orientamento degli utenti, i quali, in prossimità di un punto di interesse, ricevono una notifica push. Inoltre, le soluzioni tecnologiche pensate per la struttura museale sono state concepite senza snaturare l’ambiente originale, fornendo informazioni aggiuntive per la conoscenza del luogo.