BARI. Si trovano poco lontani dalla costa, una manciata di metri sotto il livello del mare, e compongono un tesoro dall’inestimabile valore archeologico: sono i sarcofagi romani noti come Sarcofagi del Re, blocchi di marmo greco grezzo cristallino risalenti al III secolo d.C. che riposano sui fondali di San Pietro in Bevagna (Taranto). A coglierne l’unicità, le fotografie aeree di Cosimo Trono. “Non sempre del tutto visibili per via delle mareggiate che ricoprono con la sabbia i manufatti” spiega l’autore. Dal peso variabile tra una e sei tonnellate, secondo la leggenda sono chiamati anche Vasche del Re perché venivano utilizzate per custodire le spoglie di importanti uomini dell’antica Roma.
Proprio durante un trasporto lungo le coste in direzione dell’Urbe, la nave che li trasportava si sarebbe inabissata con il suo carico che da circa 1.700 anni giace sui fondali sabbiosi nei pressi del fiume Chidro. Chiamati anche “Vasche del Re”, questi sarcofagi romani sono dei blocchi di marmo dal peso variabile tra una e sei tonnellate. Venivano utilizzati principalmente per custodire le spoglie di uomini importanti dell’antica Roma. Nel III secolo d.C., proprio mentre venivano trasportati lungo le coste in direzione dell’Urbe, la nave su cui viaggiavano si inabissò nei pressi del fiume Chidro con tutto il suo carico. Da circa 1.700 anni i resti di quei sarcofagi dimorano sui fondali sabbiosi senza che si sia fatto qualcosa per riportarli in superficie. Eppure, sono dei sarcofagi di grande valore archeologico. A trovare il punto esatto dove sono inabissati è stato Cosimo Trono, grande appassionato di fotografia, dopo aver sorvolato le acque dello Jonio diverse volte.