• 17 Novembre 2024
  • AMBIENTE

I sacchetti della spesa Mater-Bi che non inquinano il mare

Un programma di studi scientifici curato da Novamont, azienda chimica italiana attiva nel settore delle bioplastiche, ha presentato i risultati del brevetto “Mater-Bi”, riguardante i sacchetti biodegradabili. Si tratta di quelli usati, ad esempio, per pesare frutta e verdura al supermercato, che, se dovessero finire in mare, avrebbero un minore impatto ecologico rispetto ad altri inquinanti. Gli studi, in parte svolti da Novamont nei propri laboratori, e in parte commissionati ad alcuni enti di ricerca, sono stati coordinati da Francesco Degli Innocenti, responsabile della funzione Ecologia dei Prodotti e Comunicazione Ambientale di Novamont. La ricerca ha riguardato la biodegradabilità intrinseca marina dei sacchetti Mater-Bi, la disgregazione in ambiente marino, e l’ecotossicità rilasciata nei sedimenti per effetto della biodegradazione.

sacchetti mater-bi

Ciò che ne è derivato è quindi un alto livello di biodegradazione di questo materiale se esposto a microrganismi marini, secondo Degli Innocenti. Gli esperimenti sulla disgregazione del Mater-Bi in ambiente marino condotti da Christian Lott, ricercatore dell’istituto tedesco di ricerca e documentazione di biologia marina “Hydra Marine Sciences”, hanno dimostrato che il tempo per una completa sparizione dei sacchetti è tra meno di quattro mesi a poco più di un anno, a seconda della natura dei fondali presi in considerazione. Inoltre, i test hanno escluso effetti tossici del materiale.

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Francesco Degli Innocenti durante il convegno organizzato da Novamont dal titolo ‘The Marine Biodegradability of Mater-BI’, Roma 02 Luglio 2019

In ogni caso «Tutti i prodotti devono essere raccolti e riciclati, compresi quelli biodegradabili in Mater-Bi, che devono essere recuperati sotto forma di compost insieme ai rifiuti di cucina. Niente deve essere abbandonato né in suolo né in mare in maniera irresponsabile, perché questo crea comunque un rischio ecologico potenziale. La biodegradabilità intrinseca dei prodotti in Mater-Bi rappresenta un fattore di mitigazione del rischio ecologico, che non deve diventare messaggio commerciale, ma ulteriore elemento di valutazione del profilo ambientale dei prodotti biodegradabili», ha spiegato Degli Innocenti.

sacchetti mater-bi

«Quello che sta accadendo al mare a causa della plastica è sotto gli occhi di tutti – ha affermato Rosalba Giugni, presidente di Marevivo –, e occorre un impegno congiunto del mondo della ricerca e dell’impresa per fronteggiare il degrado ambientale che coinvolge l’intero Pianeta. Non dobbiamo dimenticare che l’unica strada per una crescita sostenibile è il passaggio ad un’economia circolare in cui il rifiuto diventa risorsa, ma soprattutto ricordiamo che ognuno di noi è chiamato a un comportamento responsabile e consapevole delle conseguenze di ogni singolo gesto. Smaltire, dunque, correttamente, e non disperdere alcun tipo di rifiuto nell’ambiente, è un imperativo categorico».

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Mater-Bi

Gli esperimenti di disgregazione dei sacchetti compostabili per frutta e verdura Mater-Bi in ambiente marino sono stati condotti da Christian Lott, nella base all’Isola d’Elba dell’istituto, mentre lo studio sull’ecotossicità dalle docenti Maria Cristina Fossi e Silvia Casini nel laboratorio Biomarkers e Impatto Plastiche del Dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Siena. Tutte queste analisi sono state possibili grazie alle attività pionieristiche introdotte dal consorzio di ricerca “Open-Bio”, presieduto da Ortwin Costenoble dell’Istituto di standardizzazione olandese Nen e finanziato dalla Commissione Europea, che ha messo le basi per lo sviluppo dei metodi di prova marini e la successiva standardizzazione.

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